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È tutto vero, grazie all’Ai il telefono ti ascolta e ti serve pubblicità

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L’Ai può tutto, anche fare diventare realtà una leggenda metropolitana come quella del telefono che ascolta le nostre conversazioni per sfruttarle pubblicitariamente. Almeno stando a quanto afferma Cox Media Group (CMG).

L’agglomerato pubblicitario che riunisce diverse agenzie, ha confermato l’esistenza di una tecnologia pensata espressamente per l’ascolto degli smartphone, in grado di captare le conversazioni e fornire ad inserzionisti target di loro interesse.

Alla base di quello che rappresenta, per molti, la materializzazione di una sorta di incubo, una tecnologia che aggrega i dati provenienti da conversazioni e comportamenti online, elementi elaborati da una IA, in grado di “raccogliere e analizzare questi comportamenti da oltre 470 fonti”.

Una società specializzata in pubblicità afferma di poter davvero ascoltare le conversazioni dallo smartphone

L’esistenza di questa tipologia di “servizio” non è nuova. Era stata svelata nel 2023 ma ora il sito 404 Media ne presenta i dettagli, evidenziando la collaborazione di CMG con Google, Amazon e Facebook.

Non è chiaro in che modo CMG riesca ad acquisire i dati ma in un post sul blog dell’azienda (ora cancellato) si afferma che l’Active Listening è in grado di captare le conversazioni e fornire agli inserzionisti un elenco settimanale di utenti alla ricerca di determinati prodotti o servizi.

In risposta all’articolo di 404 Media, Google ha annunciato di aver interrotto le sue partnership con CMG, Meta nega di utilizzare il microfono degli smartphone per raccogliere dati, indicato che CMG è un partner marginale e di non sfruttare questo programma specifico; Amazon afferma di non sfruttare il software di CMG.

Interessante notare che CMG alla domanda se tutto questo è legale, risponde di sì, facendo notare che la sua tecnologia è spesso citata nelle pagine delle condizioni d’uso di varie piattaforme e servizi, sottintendendo in modo cinico che nessuno legge i passaggi in questione e che gli utenti accettano qualsiasi cosa.

Resta da capire quanto sia reale la possibilità di ascoltare le conversazioni degli utenti. Su iPhone da iOS 14 in poi, un punto arancione, un quadrato arancione o un punto verde attivo sullo schermo indica il momento in cui un’app utilizza il microfono o la fotocamera; simili indicatori sono presenti anche su altri sistemi operativi moderni rendendo in linea generale palesi tecniche che permetterebbero di ascoltare gli utenti a loro insaputa.

Una società specializzata in pubblicità afferma di poter davvero ascoltare le conversazioni dallo smartphone
L’indicatore arancione sulla barra di stato di iPhone permette di capire se un’app utilizza il microfono.

Installando app varie, si possono concedere permessi che potrebbero includere l’accesso limitato o parziale a microfoni e telecamere; il consiglio è di verificare le autorizzazioni concesse nelle impostazioni relative alla privacy dei dispositivi. Le società che si occupano di pubblicità spesso riescono a ottenere vari dettagli sui nostri interessi con tecniche molto più semplici dell’ascolto, ad esempio partendo da ricerche effettuate da noi, da quelle della nostra cerchia di amici, o tenendo conto di vari dati che – più o meno inconsapevolmente – forniamo loro, inclusi i nostri spostamenti e le nostre frequentazioni.

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