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Una nuova tecnologia fotovoltaica per dare impulso alla produzione di energia rinnovabile

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Due aziende di Oxford (Regno Unito) a Redwood City (California) stanno lavorando insieme per commercializzare una nuova tecnologia fotovoltaica che potrebbe dare ulteriore impulso alla produzione di energia rinnovabile.

All’inizio di quest’anno l’azienda Oxford PV, una startup connessa con l’Università di Oxford, ha ricevuto 3 milioni di dollari dal governo britannico per lo sviluppo di una tecnologia che usa nuovi tipi di materiali per le celle fotovoltaiche. Negli Stati Uniti pochi giorni addietro un’azienda denominata Swift Solar ha raccolto 7 milioni di dollari per portare la stessa tecnologia sul mercato, così come indicato nei documenti presentati alla Commissione per i Titoli e gli Scambi.

La peculiarità di queste celle fotovoltaiche – riferisce TechCrunch – è l’uso di un nuovo materiale: la perovskite, un minerale che vanta una grande varietà di proprietà fisiche.

In uno studio pubblicato nel 2013 sulla rivista Science, realizzato da Annamaria Petrozza, ricercatrice presso il Center for nano science and technology (Cnst) dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Milano, e Henry Snaith, ricercatore dell’Università di Oxford, si evidenzia che grazie a semiconduttori policristallini, con struttura di perovskite, è possibile creare celle solari ibride con un rendimento superiore a quelle attuali del 15%.

Il nuovo quartier generale di Apple a Cupertino è alimentato al 100% da energie rinnovabili, prodotte in parte con un impianto fotovoltaico da 17 megawatt installato sul tetto dell’edificio.
Il nuovo quartier generale di Apple a Cupertino è alimentato al 100% da energie rinnovabili, prodotte in parte con un impianto fotovoltaico da 17 megawatt installato sul tetto dell’edificio.

Al posto delle costose strutture di silicio, è possibile sfruttare la perovskite, elemento che, tra l’altro consente di semplificare il metodo di fabbricazione che può avvenire basse temperature ed è estendibile su larga scala. I ricercatori spiegano che è possibile ridurre i costi dei pannelli d 10-20 centesimi di $ per watt, contro gli attuali 75 centesimi di $ a watt.

La perovskite è stata già sfruttata nel 2009 da alcuni ricercatori giapponesi per la creazione di cellule fotovoltaiche. Gli iniziali problemi riscontrati sono stati superati e si parla di un coefficiente conversione pari al 37%, più elevato rispetto ai pannelli policristallini o a film sottile. In passato il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha riferito che l’energia prodotta dalle celle di perovskite potrebbe persino competere con quella derivata dai combustibili fossili, con ovvio impatto positivo sull’ambiente.

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