La tecnologia di riconoscimento che sfrutta la scansione agli infrarossi del reticolo di vene del palmo della mano per gestire l’identificazione di una persona, è stata “hackerata”. Usando una mano di cera, i ricercatori Jan Krissler e Julian Albrecht hanno dimostrato la possibilità di bypassare sistemi di scansione prodotti da Hitachi e Fujitsu, leader nel settore.
Il sito Motherboard riferisce che i ricercatori hanno eseguito la dimostrazione nel corso di una conferenza del Chaos Communication Congress a Lipsia, in Germania. Per bypassare il sistema di autenticazione delle vene è stata sfruttata una mano di cera.
Questa tecnologia di riconoscimento sfrutta il reticolo estremamente complesso formato dalle vene del palmo di una mano per identificare una persona in maniera altamente accurata. Un sensore acquisisce dei punti di riferimento: il reticolo del palmo di un individuo rimane lo stesso per tutta la vita ed è differente tra mano destra e mano sinistra; persino i gemelli possiedono reticoli diversi tra loro. La tecnologia di riconoscimento delle vene è considerata sicura dal momento che i dati adoperati per l’autenticazione si trovano all’interno del corpo, nel sistema circolatorio della persona, risultando così estremamente difficili da falsificare.
La soluzione che ha consentito di ingannare i sistemi di rilevamento non è stata facile da realizzare. I ricercatori hanno scattato 2.500 foto di una mano usando una fotocamera SLR modificata ad hoc per evidenziare meglio le vene sotto la pelle. Hanno creato una mano di cera con i dettagli delle vene scolpite. Il lavoro che è stato portato a termine non è semplice ma dimostra la possibilità di aggirare questo metodo di autenticazione. Quest’ultimo non è usato sugli smartphone ma in Germania è sfruttato, ad esempio, per consentire l’accesso ad alcuni edifici.