HyperCard è un’applicazione molto amata dagli utenti Mac di vecchia data. Per chi è relativamente nuovo del mondo Apple, ricordiamo che si tratta di un software rilasciato in una prima versione nel 1987 insieme al System 6 che, grazie ad un semplice, ricco e potente linguaggio di scripting, si rivelò ideale per la creazione di ipertesti (anticipando, di fatto, quanto reso possibile solo anni dopo dal web) e applicazioni di vario tipo. L’insolito software, un misto tra un database e un moderno linguaggio visuale programmabile, ha permesso a suo tempo la creazione di progetti (“stack”) tra i più disparati ed è ancora a tutt’oggi un sistema di programmazione valido e per molti versi insuperabile. Prima ancora di PowerPoint, Hypercard era utilizzato come applicativo per la creazione di presentazioni; è stato utilizzato per creare giochi, CD multimediali, chioschi, sistemi grafici, applicativi per l’accesso a database, ecc.
Apple continuò a sviluppare e migliorare il prodotto fino agli anni ’90 (nel 1992 arrivò la versione 2.0 e nel 1996 fu presentata la beta della versione 3.0), ma poi, improvvisamente, per varie vicissitudini, il suo sviluppo fu interrotto (l’annuncio della cessazione delle vendite è stato ufficialmente effettuato nel 2004).
Nonostante il cessato sviluppo, non mancano ancora oggi utilizzatori entusiasti, come ad esempio, quelli facenti parte del progetto denominato TileStack, un sistema che permette di creare da zero o convertire vecchi stack Hypercard in moderne applicazioni-web. Il servizio è interessante soprattutto se si considera che per l’avvio delle applicazioni non è richiesta la presenza di Flash o esoterici plug-in per i browser (gli stack sono convertiti in applicazioni JavaScript). Il sistema, quindi, si rivela un ottimo tool, ad esempio, per convertire/creare applicazioni piccole e snelle usabili su iPhone o smartphone di nuova generazione.
Annunciato nel corso del MacWorld Expo a gennaio di quest’anno, il servizio ha ora aperto le porte al pubblico: la società , infatti, ha comunicato la disponibilità di una prima versione beta che è possibile provare su invito, previa registrazione sul sito del produttore. Gli autori sembra stiano lavorando per fare in modo che gli stack convertiti possano essere utilizzati su MySpace, FaceBook, sui blog e sui desktop (come widget) di qualunque utente. La limitazione più grande è al momento l’impossibilità di utilizzare comandi esterni (XCMD), le “librerie” sviluppate a suo tempo da terze-parti. Gli autori sono, ad ogni modo, disponibili a supportare XCMD ritenuti importanti dagli utenti. Mancano, infine, alcuni comandi, funzioni e proprietà ; alcune mancanze sono intenzionali, altre ancora sono in via d’implementazione.
[A cura di Mauro Notarianni]