Sono strani computer un po’ goffi e dalla linea giocattolosa. Ma funzionano: processore al risparmio e Linux come sistema operativo. Adesso OLPC, il produttore degli XO Laptopt, i portatili da 100 dollari per il mercato dei paesi in via di sviluppo, ha deciso di lanciarli anche in Occidente.
Prezzo sempre competitivo ma decisamente più basso di quello di un portatile “vero”, cioè 200 dollari o 225 euro, che si tramuteranno per due settimane in 400 dollari per una iniziativa di beneficenza. L’obiettivo di OLPC è infatti quello di aumentare il numero di bambini che riusciranno a mettere le mani su questi computer facendoli sponsorizzare dai “ricchi” utenti del primo mondo. Chi compra a 400 dollari il laptop, infatti, ne paga anche uno per un bambino del terzo mondo.
Ci sono state numerose polemiche sul progetto OLPC, i cui computer sono basati su processore AMD Geode LX-700, con monitor da 7,5 pollici, due Usb, slot per schede di memoria SD (è la periferica di archiviazione, cioè il disco rigido) e Wi-Fi incluso nel prezzo. Il Media Lab di Nicholas Negroponte al Mit, che ha pensato l’iniziativa, infatti, ritiene che sia possibile sconfiggere l’analfabetismo digitale e colmare il divario digitale con questo sistema, mentre le critiche sono piovute su due fronti.
La prima è sull’utilità di questa iniziativa, visto il tipo di “priorità ” dei bambini del terzo mondo (sopravvivere più che mettersi a programmare software open). La seconda sull’effettiva capacità di OLPC, gestito da docenti universitari e membri dello showbiz, di riuscire a creare un vero e funzionale prodotto sofisticato come un laptop. IL rischio è che si accumulino ritardi e che il portatile XO alla fine non sia davvero funzionale.
In passato OLPC aveva dichiarato più volte che non avrebbe mai commercializzato questi computer portatili in Occidente.