Palm, uno dei principali concorrenti di Apple nel campo degli smartphone, ha bisogno di una nuova infusione di capitali? Secondo un Tavis McCourt, un analista di Morgan Keegan sussistono diversi segnali in questo senso e ritiene che se la società di Sunnyvale intende davvero rilanciarsi sul mercato è assai probabile che dovrà raccogliere soldi freschi.
In un rapporto consegnato ai suoi clienti nel corso della giornata di oggi, McCourt parla di riserve in discesa, per il nuovo anno, da 248 milioni a 78 milioni di dollari, troppo pochi per poter efficientemente gestire la transizione verso la nuova piattaforma software basata su Linux (nome in codice Nova) senza che Palm sia costretta a ricorrere ad un prestito, all’emissione di obbligazioni o ad un intervento del suo principale azionista, Elevation Partner. L’analista avrebbe trovato traccia di una simile prospettiva nella documentazione fiscale e finanziaria di Palm.
Questa situazione, dice McCourt, dal punto di vista tecnico non è una svolta drammatica per Palm (che per altro ha comunque la possibilità di riprendersi con il lancio di Nova e di hardware di nuova generazione) ma dal punto di vista degli azionisti potrebbe essere un segnale negativo e per questo Morgan Keegan ha declassato il suo giudizio su Palm da Market perform ad outperform. Ricordiamo che la società che ha inventato i palmari è una sorta di porto di approdo per molti manager che hanno lasciato Apple. Tra i più in vista citiamo Jon Rubinstein, che è stato a lungo il responsabile della progettazione hardware di Cupertino, e Fred Andrson, ex Cfo di Apple.
Le voci sulla necessità di nuovi capitali e il declassamento di Morgan Keegan hanno fortemente depresso il titolo di Palm che è sceso di quasi il 19% alla borsa di Wall Street.