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Esperto sicurezza nei guai per un Tweet mandato con iPad dall’aereo

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Un tweet con tono scherzoso, almeno questa era l’intenzione, lanciato con iPad mentre era a bordo di un volo United è costato caro ad un esperto di sicurezza di voli commerciali e che, ironia della sorte, era diretto alla RSA Conference, riservata alla sicurezza e alla cifratura dei dati, per parlare di vulnerabilità. La persona coinvolta è Chris Roberts, uno specialista in sistemi usati dai velivoli passeggeri e cargo, per tenere sotto controllo le funzioni vitali degli aerei, come il funzionamento dei motori, il livello di ossigeno, le funzioni di tracciamento satellitare, la rotta da seguire.

Proprio in virtù delle sue conoscenze, mentre stava andando da Denver a Syracuse (New York) su un aereo di United, Roberts aveva avuto la bella pensata di annunciare di essere in procinto di prendere il controllo dell’EICAS (Engine Indicating and Crew Alerting System) un sistema usato dall’equipaggio per verifiche sullo stato di funzionamento dei motori e di altri messaggi riguardanti sistemi ed impianti. Roberts sembra non avesse alcuna intenzione di attaccare la piattaforma; semplicemente si trastullava con gli amici,, stranamente senza considerare che l’argomento non è uno di quelli sui quali cui si può scherzare, visto che se un malintenzionato riuscisse in questo obiettivo, potrebbe causare danni gravissimi, portando l’equipaggio a scelte che potrebbero anche far precipitare l’aereo. Per questa ragione, evidentemente, messaggi come questi sono in qualche modo monitorati e, indipendentemente da chi li posta e dove appaiono, scatenano subito una rapida reazione come ha appreso il “burlone” Roberts quando allo sbarco si è visto accolto da un “comitato di benvenuto” formato da un manipolo di agenti FBI che l’hanno preso in custodia sequestrando gli strumenti che ha usato per mandare i Tweet. In particolare le forze dell’ordine hanno sottratto al passeggero un  iPad con tastiera, un MacBook Pro e dispositivi di archiviazione «tutti cifrati – dice Roberts – nel suo Tweet».

Ma l’avventura non è finita qui. Sabato notte Roberts, finalmente rilasciato, dopo avere superato il check di sicurezza all’ingresso dell’aeroporto, arrivato al gate per imbarcarsi al volo diretto a San Francisco, si è trovato davanti un altro semaforo rosso, questa volta acceso dalla sicurezza di United che l’ha fermato, impedendogli di salire a bordo. Gli addetti della compagnia non hanno fornito spiegazioni, comunicandogli che la decisione sarebbe stata fornita entro due settimane via posta, ma evidentemente si è trattatati della conseguenza di un allerta ricevuto dalla black list “no fly” su cui Roberts era finito. Il passeggero è riuscito a prenotare un last-minute su un volo Southwest, arrivando a San Francisco sabato notte, tre giorni prima della RSA Conference dove è prevista una sua presentazione.

Gli avvocati della Electronic Frontier Foundation (EFF), che hanno preso in carico la vicenda, parlano di “reazione smisurata ai danni di un ricercatore che si occupa professionalmente di segnalare falle nella sicurezza”, paragonando le recenti vicissitudini di Roberts a simili provvedimenti che le autorità hanno applicato ad altri ricercatori, inclusa una causa federale che nel 2008 un’agenzia di trasporto del New England ha intentato per bloccare studenti del MIT, impedendo loro di parlare alla conferenza per hacker Defcon dedicata all’individuazione di falle nella sicurezza in due dei sistemi di pagamento elettronico dell’agenzia.

La reazione dell’FBI e di United, scrive Ars Technica, è senza dubbio esagerata ma è anche vero che il ricercatore ha dimostrato scarsa perspicacia scrivendo un tweet che non tutti potevano intendere come una battuta. Lo stesso Roberts non si è scusato per quanto accaduto, non ha neanche spiegato che era uno scherzo, e dunque poco sorprendono gli atteggiamenti di FBI e compagnia aerea.

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