Mentre sempre più paesi adottano rigide misure per contenere la diffusione della malattia, la catena televisiva cinese CGTN prova a scrivere la storia del virus e la mette nero su bianco in una interessante pagina “semi-interattiva” con grafici, immagini, dati statistici.
Anche se le informazioni si concentrano prevalentemente sulla Cina e sono venate di tutta la narrazione ufficiale sul virus (stiamo parlando di una TV ufficiale governativa sotto il diretto controllo del Partito Comunista Cinese) ci sono elementi di interesse informativo che meritano di essere passate in rassegna.
La scoperta del nuovo coronavirus
Agli inizi di dicembre, alcuni abitanti della città di Wuhan si sono ammalati e hanno riportato problemi respiratori.
Il 27 dicembre 2019 il responsabile della divisione Patologie respiratorie di un ospedale nella provincia di Hubei, Zhang Jixian, dopo aver trattato pazienti con sintomi di tipo influenzale, ha riferito ai funzionari della sanità di aver riscontrato una nuova malattia contagiosa.
Tre giorni dopo, i risultati di laboratorio relativi a un paziente ricoverato presso il Wuhan Central Hospital riportavano la diagnosi “coronavirus SARS”. Il Dr. Ai Fen, responsabile del Pronto soccorso della struttura, ha scattato una foto dei risultati, immagine che presto ha iniziato a circolare tra i medici di Wuhan.
L’oftalmologo Li Wenliang ha condiviso la foto con i suoi ex compagni di classe del corso di medicina, in un gruppo privato su WeChat, avvisandoli della presenza di un coronavirus “di tipo SARS”.
Il 31 dicembre la Commissione sanitaria della municipalità di Wuhan ha emesso una dichiarazione in cui confermava 27 casi di polmonite virale collegati al mercato di prodotti ittici di Huanan, che è stato chiuso il giorno successivo.
L’identificazione del virus
Le autorità sanitarie sono poi risalite all’origine della polmonite sconosciuta grazie all’identificazione di un nuovo ceppo di coronavirus, tramite test effettuati sul corredo genetico di un campione del virus ottenuto da un paziente infetto.
L’11 gennaio gli ufficiali sanitari di Wuhan hanno confermato il primo decesso da coronavirus, un cliente abituale del mercato di Huanan di 61 anni morto per polmonite grave il 9 gennaio.
Nel frattempo venivano riscontrati altri casi di infezione. Al culmine degli spostamenti per le tradizionali festività annuali, le autorità cinesi ordinavano l’isolamento per gli 11 milioni di abitanti di Wuhan, il capoluogo della provincia di Hubei. Il lockdown in seguito è stato esteso a una dozzina di altre città della stessa provincia.
L’emergenza mondiale
Il 30 gennaio l’OMS ha dichiarato il nuovo coronavirus come emergenza di sanità pubblica di portata internazionale (PHEIC).
Nei giorni successivi molti paesi hanno imposto limiti o blocchi all’ingresso di cittadini di nazionalità cinese, con la sospensione dei voli in arrivo e imponendo severe restrizioni agli spostamenti.
In un breve lasso di tempo la Francia annunciava il primo decesso per coronavirus in Europa, mentre la Corea del Sud riferiva un cluster di oltre 1.600 casi di infezione collegati a una chiesa di Daegu. Tutti gli indizi facevano presagire il verificarsi di un imminente focolaio globale.
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