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Legge USA sulla cifratura dati: i protagonisti dell’IT alzano gli scudi

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Un disegno di legge “assurdo” e “pericoloso” . È così che viene definito da alcun esperti, la proposta avanzata dai senatori USA Richard Burr e Dianne Feinstein e che se fosse approvata, prevederebbe l’obbligo di collaborare con le richieste del dipartimento di Giustizia nei casi che riguardano sblocco e decifratura dei dispositivi, costringendo le aziende quando necessario a recuperare e condividere i dati di smartphone e altri dispositivi in “forma intelligibile”.

I dettagli delle norme previste dalla legge Burr-Feinstein, sono spiegate da Re/Code che sottolinea le contraddizioni che contiene. Ci sono passaggi nei quali si fanno affermazioni quali: “Nessuna persona o entità è al di sopra della legge” e altri che nello stesso tempo obbligherebbero i produttori di hardware e software a “rispettare la privacy dei cittadini USA mediante l’implementazione di meccanismi di sicurezza dei dati” rispettando allo stesso tempo lo “stato di diritto” conformemente agli obblighi giuridici e istanze dei tribunali per fornire informazioni memorizzate sui dispositivi o in remoto.

Daniel Castro, rappresentante dell’Information Technology and Innovation Foundation, spiega che alcune delle cose riportate nel disegno di legge sono un paradosso legale, e l’ACT/App Association (un gruppo che rappresenta oltre 5000 sviluppatori di app) definisce senza mezzi termini la proposta equivalente a una backdoor imposta dal governo. Anche l’esperto in sicurezza informatica Jonathan Zdziarski definisce il disegno di legge “pericoloso”, definendo l’insieme “un miscuglio di incompetenza e contraddizioni”. Quanto previsto nel disegno di legge, spiega Zdziarski, influenzerebbe le modalità di trasmissione dei dati, permettendo al governo di distruggere la sicurezza del commercio elettronico e di internet. “Si tratta di legislazione inadeguata in tutti i sensi che in modo molto subdolo consente un incostituzionale controllo dello stato sull’industria privata”.

La Casa Bianca non appoggerà pubblicamente la proposta legislativa sulla crittografia, giacché l’amministrazione sarebbe “profondamente divisa sulla questione”. Il disegno di legge non è ancora definitivo; da più parti si sta facendo pressione per cambiare alcuni riferimenti ma Burr e Feinstein sperano di definire il tutto in breve tempo.

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