Era il 2005 quando Nital conosciuta dai più al tempo come distrubutore del marchio Nikon e di accessori per il mondo fotografico, strinse un accordo con iRobot per portare il primo Roomba in Italia.
Oggi nel nostro paese trovate un milione di questi robot delle pulizie intenti a svolgere il lavoro che gli Italiani meno amano fare tra le mura domestiche. Eppure all’epoca non tutti avevano capito che stava cambiando per sempre il modo di pulire la casa. Qualcuno guardava al Roomba con un po’ di scetticismo, altri con curiosità, ma anche con un po’ di delusione: certo, raggiungeva lo scopo per cui era stato pensato, ma non si trattava certo del robot umanoide a cui la fantascienza e i cartoni animati ci avevano preparato.
Un po’ come dire Scottex per indicare la carta assorbente o Scotch per il nastro adesivo, oggi in Italia il nome Roomba è diventato sinonimo di robot per la pulizia domestica e resterà scolpito per sempre nella storia della tecnologia. Di più: per gli abitanti della casa Roomba è ormai una mascotte, quasi come uno di famiglia. Senz’altro, è un alleato che lascia dietro di sé case più pulite tutti i giorni e maggior tempo libero per chi le abita.
«Il successo di Roomba, che coinvolge anche l’Italia, prova che i consumatori comprendono e apprezzano il contributo che i nostri robot aspirapolvere possono fornire nella vita» spiega il CEO dell’azienda Colin Angle, che la nostra redazione vi ha fatto conoscere lo scorso anno attraverso un’intervista «I nostri clienti possono contare su Roomba per una pulizia efficace e quotidiana e, grazie alla sua efficienza ed intelligenza, il nostro robot si è integrato nella vita dei consumatori come alleato ideale per la pulizia dei pavimenti».
Per far comprendere meglio questa scalata di iRobot Roomba nel nostro paese, l’azienda ha pensato di quantificare con dei dati concreti cosa significa “un milione di Roomba”. Dall’infografica disegnata per l’occasione emerge ad esempio che i Roomba italiani, in questi quindici anni, hanno raccolto ben 360 milioni di chilogrammi di polvere e sporco: l’equivalente del peso di 61.000 elefanti, raccolti facendo avanti e indietro dalla Terra al Sole per ben tre volte (sono 450 i milioni di chilometri percorsi dai Roomba).
Il risparmio di tempo è altrettanto notevole: 740 milioni di ore, ovvero 84.000 anni di tempo libero o altre occupazioni non “robotizzabili” (vissuti al contrario? Siamo in pieno paleolitico e l’Homo Sapiens Sapiens muove i suoi primi passi da più o meno quindicimila anni). E lo spazio occupato? Se li mettessimo tutti in fila, uno vicino all’altro, tutti i Roomba venduti in Italia riempirebbero interamente i 405 chilometri dell’A4, da Torino (dove ha sede Nital, il distributore italiano) fino a Venezia.
C’è da dire che con i Roomba non è solo una questione “quantitativa”: in tutte le evoluzioni realizzate in questi anni, l’azienda infatti ha innalzato sempre più il livello di pulizia ottenibile nelle case. Una conferma la trovate tra le nostre pagine: mentre i primi modelli come il Roomba 605 e il Roomba 615 sono stati ormai surclassati dalla nostra concorrenza, oggi non c’è ancora un’alternativa al Roomba i7+, capace perfino di svuotare autonomamente il proprio serbatoio di raccolta dello sporco.