La cultura della segretezza, marchio di fabbrica di Apple, è vista come una “fortezza opaca e intimidatoria” secondo alcuni dipendenti del gruppo che hanno fanno nascere il sito web #AppleToo, per parafrasare il movimento #MeToo. Alcuni dei dipendenti della Mela chiedono ai colleghi di condividere brutte esperienze all’interno di Apple: “Pratiche di razzismo, sessismo, ingiustizia, discriminazione, repressione, coercizione, abuso, punizioni e privilegi ingiusti”.
Tutti i dipendenti che hanno a cuore tali questioni sino invitati a collegarsi con il sito #AppleToo, sia che lavorino presso AppleCare, nei negozi, negli uffici e indipendentemente dalla tipologia di contratto di lavoro. “Abbiamo tutti un posto nell’organigramma [di Apple], eppure non abbiamo lo stesso trattamento e non abbiamo gli stessi diritti”, si legge nel sito web.
Bisognerà capire – scrive The Verge – fino a che punto avrà seguito tale iniziativa, se si tratta di inevitabili scontentezze di un ristretto numero di diepndenti o un elemento indicativo di crepe più profonda all’interno dell’azienda. Da qualche tempo ad ogni modo vari dipendenti hanno più volte parlato con la stampa, stanchi della famigerata cultura della segretezza che vige in azienda.
Poche settimane addietro Ashley Gjøvik – una senior engineering program manager- ga affermato che l’azienda l’ha messa in congedo amministrativo dopo sue lamentele su Twitter su presunti episodi di sessismo sul lavoro. Recentemente la Casa di Cupertino è stata criticata da alcuni dipendenti perché vuole obbligare questi ultimi a tornare a lavorare nel quartier generale: