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«Siamo un bersaglio comodo» Apple sfida l’Unione europea questa settimana

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Nei prossimi giorni Apple farà ricorso contro la maxi multa da 13 miliardi di euro dell’Unione europea. In sintesi Cupertino solleva quattro obiezioni principali: secondo Apple la Commissione europea ha erroneamente stabilito che le due filiali in Irlanda esistono solo sulla carta, non giustificando quindi i profitti non tassati, invece si tratta di società controllate reali e gestite attivamente. In secondo luogo se Apple ottemperasse alla multa UE violerebbe le leggi fiscali in vigore in Irlanda. Secondo i legali di Cupertino le cifre in questione non hanno senso perché la Commissione ha volutamente ignorato il parere degli esperti fiscali irlandesi, con l’intento di massimizzare l’importo della multa e il danno fiscale per Apple. Infine Apple sostiene che per l’Europa Apple è un bersaglio conveniente per attrarre attenzione mediatica.

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I quattro punti su cui si baserà il ricorso di Apple contro la maxi multa della Commissione europea sono descritti a Reuters da Bruce Sewell, general counsel di Cupertino e da Luca Maestri, chief finacial officer di Apple. Secondo il responsabile legale della Mela la Commissione avrebbe potuto basare la multa sui prezzi di trasferimento, impiegati nelle multinazionali per la vendita di prodotti tra le società affilliate, ma questo principio non è stato preso in considerazione perché avrebbe prodotto una multa sensibilmente inferiore a quella richiesta. Sewell anticipa anche che l’Irlanda farà ricorso contro la multa ad Apple dell’Unione europea per difendere un regime fiscale che negli anni ha attratto numerose multinazionali nel Paese.

Invece Luca Maestri sottolinea che la Commissione europea ha sovrastimato il ruolo e l’importanza del quartier generale di Apple in Irlanda. «Vestager sostiene che la base su cui dobbiamo pagare tasse in Irlanda sono essenzialmente tutti i profitti che generiamo fuori dagli Stati Uniti, un posto che non fa ingegneria, che non genera per noi alcuna proprietà intellettuale» concludendo che le basi su cui poggiano provvedimento e multa sono «Una teoria assurda».

Infine Sewell evidenzia che Apple è un «bersaglio conveniente» perché colpire Cupertino significa generare grande attenzione da parte dei media e del pubblico. Ricordiamo che nel mirino della Commissione europea e del Commissario Vestager si cono Apple e diverse altre multinazionali statunitensi (ma non solo) che sfruttano a proprio vantaggio scappatoie tra le leggi fiscali degli USA, dell’Europa e di quelle particolari di alcuni stati per ridurre l’imposizione fiscale. Nell’intervista Bruce Sewell offre un altro punto di vista per l’intera vicenda, secondo il quale anche la stessa Commissione europea sfrutterebbe scappatoie esistenti tra il metodo di tassazione globale degli USA e l’approccio localizzato dell’Europa per giustificare provvedimento e multa contro Apple.

Apple contro Unione europea

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