Sarebbero due le buone ragioni per cui Apple potrebbe avere deciso di lavorare ad un iPhone low cost: la necessità di avere un flusso di vendite più costante durante l’anno e la possibilità di avere sul mercato un prodotto che non dipenderà in maniera massiccia dai sussidi degli operatori telefonici. Questa l’ipotesi avanzata da Sameer Singh, un analista e giornalista tecnologico noto per il suo blog Tech Thoughs e molto citato da diversi siti
La tesi, piuttosto convincente per alcuni versi, un po’ meno per altri, di Singh parte dalla constatazione dei trend di vendita di iPhone che nella situazione attuale hanno un picco per un trimestre, forse due, e poi si afflosciano. Questa situazione, che sarebbe anche la causa per cui, secondo qualche fonte, Apple ha oggi ridotto a distanza di quattro mesi dal lancio gli ordinativi delle componenti di iPhone 5, non sarebbe più sostenibile nel quadro attuale e, dice Singh, potrebbe avere indotto Apple ad abbracciare una strategia che la porterà ad avere due prodotti diversi e non più uno solo, da rinnovare con un ciclo annuale: un iPhone “maxi” e un iPhone mini (Singh usa questo termine, già usato anche qui su Macity qualche giorno fa). In questo modo il fatturato sarebbe più costante per un rinnovo che avrebbe un ciclo semestrale visto che i prodotti sarebbero due.
Una seconda ragione deriverebbe dai movimenti in corso nel mondo degli operatori mobili, sempre più restii a sovvenzionare gli alti costi degli iPhone e sempre più propensi ad orientarsi a ridurre i prezzi dei servizi. Questa sarebbe la strategia di T-Mobile che ha deciso di vendere iPhone a prezzo intero senza sovvenzioni, puntando su dati illimitati e convenienza nelle tariffe. Se l’operazione dovesse dimostrarsi un successo, anche altri carrier potrebbero adottarla ed Apple sarebbe “nuda” di fronte ad una concorrenza che avrà smartphone più economici dei suoi se dovesse perdurare la mono-offerta con il non certo abbordabile iPhone 5.
Singh ipotizza, quindi, che Apple nei prossimi mesi, presumibilmente in primavera, rinnoverà iPhone 5 lanciando un modello “S” o forse addirittura un iPhone 6, dando poi appuntamento in autunno per il lancio dell’iPhone mini e si spinge anche ad una ipotesi sul prezzo: tra 299 e 349 dollari, una soglia che consentirebbe ad Apple di aggredire il mercato senza rinunciare ai margini, così come ha fatto con iPad mini. Questo iPhone sarebbe destinato ad alcuni mercati in via di sviluppo, Cina e India ad esempio, dove iPhone 5 non ha possibilità di successo di massa visti i prezzi.
Come accennato le tesi di Sameer Singh sono piuttosto condivisibili. In particolare sembra molto attinente l’osservazione sulla necessità di ridurre la dipendenza dagli operatori mobili per la visibilità e le vendite dei suoi prodotti (anche se in alcuni paesi, come l’Italia, le magre sovvenzioni a fronte di elevati canoni mensili non sono certo il motivo per cui si vende iPhone); non sembra illogica neppure la scelta di distribuire su due periodi dell’anno il lancio di prodotti mobili, uno top e uno low cost, per spalmare visibilità, marketing e fatturato su tutto l’anno, cosa già fatta per iPad con iPad mini.
Un po’ meno razionale sarebbe invece affrontare le critiche lanciando un nuovo iPhone “maxi” a distanza di sei mesi o poco più dal lancio della versione precedente per poi differire all’autunno l’iPhone mini. Per altro, critiche a parte di chi ha speso 1000 euro per un iPhone che diventerebbe obsoleto a distanza di qualche settimana di quando l’ha acquistato, al momento Apple non potrebbe, rinnovare l’iPhone di nuova generazione in maniera da renderlo effettivamente appetibile; potrebbe invece sicuramente catturare un significativo mercato (magari anche presso le famiglie che hanno già un iPhone) lanciando un nuovo modello a costo ridotto, che sarebbe un prodotto destinato ad un nuovo mercato e non allo stesso cui si rivolge oggi iPhone 5S. Per questo sembra assai più credibile l’ipotesi di chi pensa che Apple possa lanciare entro l’estate un iPhone low cost e poi rinnovare in prossimità dell’inverno l’iPhone 5.
Non è neppure detto che con il nuovo iPhone mini Apple voglia solo cercare il consenso degli operatori, andando allo scoperto sul mercato del non sovvenzionato. Un iPhone a basso costo potrebbe essere, al contrario, risultare gradito agli operatori e sostenuto più facilmente dagli operatori e arrivare sul mercato in tanti paesi, molti più di oggi, a “costo zero”.
Infine non sembra del tutto coerente con le strategie percorse fino ad oggi la scelta di destinare iPhone mini prevalentemente a mercati in via di sviluppo, come dice Singh. Nel corso degli ultimi anni Apple non ha mai creato prodotti destinati ad aree geografiche specifiche; quando questo è successo, è stato solo per alcuni servizi che per ragioni di diritti non potevano essere immediatamente estesi a tutto il suo mercato internazionale. Se iPhone mini è destinato a fungere da volano per i tempi morti in cui l’iPhone “maxi” comincia a perdere quota nelle vendite, è del tutto improbabile che la strategia possa funzionare lanciando un telefono low cost in paesi dove in ogni caso dovrà andarsi a confrontare con dispositivi che avranno un costo che sarà molto più basso di quello proposto da Apple per il suo cellulare economico.