La regione Umbria stanzia 100.000 euro destinati alla formazione dei docenti in merito alla normativa regionale a favore del pluralismo informatico. Dire “era ora” è un eufemismo. L’iniziativa umbra a favore del pluralismo informatico nelle scuole è praticamente un atto dovuto, se è vero, come è vero, che nella scuola italiana, vuoi per inerzia, vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza di informazione, come lo stesso assessore Prodi ha ammesso, vige da tempo un regime di monopolio informatico unilateralmente sbilanciato a favore della piattaforma Windows.
Se il monopolio del 90 per cento delle risorse informatiche nel mondo della scuola è una questione “culturale” – come sembra sembra confermare il coinvolgimento dei docenti su iniziative di formazione e aggiornamento – il bando si propone appunto di scalfire un’inerzia che produce costi e sprechi nell’intera pubblica amministrazione, informando il personale circa le opportunità di pluralismo informatico che la regione stessa offre all’amministrazione.
Su questo particolare aspetto ha posto l’accento il capogruppo dei Verdi e civici, Oliviero Dottorini sostenendo che l’iniziativa “pone l’Umbria all’avanguardia nel panorama nazionale, visto che è la prima tra le Regioni italiane a dotarsi di uno strumento normativo in questo settore, permette di liberare risorse economiche rilevanti sia nel campo della pubblica amministrazione e delle scuole, sia per le imprese che spendono cifre considerevoli per il rinnovo e l’acquisto di nuove licenze”.
Per la verità , la scuola non è la sola agenzia formativa a subirlo: se si sfogliano i cosiddetti manuali per la preparazione agli esami ECDL – con tanto di bollini AICA – ci accorgiamo che conseguire un diplomino ECDL in Italia vuol dire praticamente conoscere il sistema operativo Microsoft e i principali applicativi sviluppati appositamente per questa piattaforma. Un’anomalia tutta italiana, pare. Detto questo, salutiamo con favore l’iniziativa umbra augurandoci che altre regioni ne seguano l’esempio invertendo una tendenza che può essere contrastata e modificata a favore dell’auspicato pluralismo.
[A cura di Fabio Bertoglio]