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Ulysses III 1.1, sguardo in anteprima alla nuova versione in arrivo

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Anteprima di Ulysses III 1.1, la nuova versione del software di editing testuale creato dal gruppo di sviluppatori tedeschi che ha lavorato 18 mesi alla realizzazione di un piccolo capolavoro del suo genere. Nuove potenzialità, sempre più flessibilità e un approccio creativo all’attività più antica di chi frequenta le tastiere: la scrittura

Tutti hanno un romanzo nel cassetto. Ulysses III potrebbe essere quel cassetto. E avrebbe dei punti di forza straordinari: sarebbe il punto di partenza e di arrivo per tutti i documenti testuali che si vogliono realizzare, flessibile, potente, realizzato in testo semplice ma con il supporto delle marcature del testo (com’è possibile? Lo vedremo tra un attimo), capace di sincronizzarsi con iCloud, tenere tutto in un unico documento come fosse iTunes, spingere verso la sperimentazione.

Non c’è un modo giusto di usare Ulysses III, e come abbiamo già detto nella recensione che ha segnato l’uscita della prima versione, si tratta davvero di un prodotto eccezionale. Con l’arrivo di questa versione 1.1 The Soulmen mette a posto una serie di cose che non andavano (un po’ di bug) e aggiunge quelle funzionalità che non ce l’avevano fatta per il lancio dell’applicazione in vendita sul Mac App Store. Macity ha potuto sperimentare in anteprima la versione 1.1, in attesa che arrivi durante questa settimana sullo store di Apple, e verificare i cambiamenti, i miglioramenti e i potenziamenti rispetto alla versione precedente e alla concorrenza.

Ulysses III 1.1 2Le differenze con la concorrenza
Diciamo subito tre cose. La prima è che questa recensione della nuova versione si rifà a quanto abbiamo già detto precedentemente, ma alcune cose le possiamo tornare a mettere a fuoco. La seconda cosa è che qui siamo di fronte a un software che permette di strutturare il testo come vogliamo noi, di seguire un flusso di sviluppo molto “accompagnato” ma al tempo stesso liberissimo e “a prova di futuro”, dato che lavorare su TXT garantisce che non si resterà mai in trappola in formati proprietari che bloccheranno i nostri documenti. A renderli “multi piattaforma e multi formattazione” ci pensano tre fortunate possibilità: il team di The Soulmen infatti permette di creare documenti in formato Markdown, Markdown XL (che allarga ed espande la sintassi del sistema di marcatura creato da John Gruber nel 2004) e infine Fountain, il nuovo standard emergente per la formattazione di sceneggiature, in alternativa a quello (proprietario) di Final Draft o a quello non del tutto soddisfacente di Celtix.

Terza cosa: Il nostro amico Ulysses III, che è radicalmente diverso dalle due versioni che l’hanno preceduto, ha in realtà un approccio originale anche rispetto a software apparentemente simili. È vero che organizza i documenti di testo in cartelle virtuali e che tutto viene tenuto all’interno dell’interfaccia, come fa ad esempio iTunes per organizzare la musica o Scrivener per i testi. Però, a differenza di Scrivener, la “libreria” (Literature & Latte la chiama “progetto”) è unica. Non se ne può cioè creare una diversa per ciascun “lavoro” o attività che si sta facendo.

Ulysses III 1.1

Quindi, mentre con Scrivener posso creare vari “contenitori” di progetti diversi, salvati come documenti .scriv (in realtà sono packages apribili con un click-destro) che al loro interno contengono i singoli file di testo in formato RTF, RTFD e il formato di quelli importati, il nostro Ulysses III è ancora più radicale. Un unico “contenitore” che fa da libreria universale dove si sta lavorando, e che al suo interno permette di organizzare e raccogliere i documenti di testo in molti modi diversi. La sincronizzazione con iCloud nella versione 1.1 in anteprima è disattivata ma nella 1.0 funziona molto bene e su iOS si va alla grande con Daedalus, l’app sviluppata sempre da The Soulmen e che è molto interessante e innovativa. Per dire: Scrivener non ha ancora un equivalente su iOS, non sincronizza tra macchine diverse se non in maniera artificiosa con Dropbox e non utilizza per niente iCloud, secondo gli sviluppatori neanche in prospettiva.

Approccio monolitico
Il vantaggio dell’approccio di The Soulmen è semplice: c’è un’unica library per i documenti di testo quindi non c’è da “Aprire” o “Salvare” niente. Tutto quel che si scrive, e che serve (come i sottolineati, i grassetti, i corsivi) è semplicemente “scritto” nel testo grazie al Markdown (che si può usare anche con comandi di formattazione trasparenti per l’utente), e tutto sta comodamente su iCloud, in maniera tale che quel che si scrive sul MacBook Air si sincronizzi con l’iMac di casa e di ufficio e l’iPad e l’iPhone con Daedalus. Tutto quanto.

L’interfaccia è molto semplice: divisa in tre parti (come la posta elettronica anche su Mail o su Outlook), da sinistra abbiamo la Libreria con sezioni facili da capire (“Sul Mio Mac”, “iCloud”, “Daedalus”) che si può organizzare in cartelle, cartelle “smart”, che The Soulmen chiama “gruppi” e “filtri”. Poi c’è la lista di “fogli” (così The Soulmen hanno deciso di chiamare i singoli documenti di testo) che compaiono come le mail contenute in una singola casella o cartella. E infine, tutto a destra, c’è lo spazio per scrivere il nostro testo, cioè il foglio corrente. Volendo si può restringere la visuale a due o un solo pannello, oppure ampliarla ancora un po’ verso destra con un elenco dei comandi del formato scelto (Markdown, Markdown XL e Fountain) cliccabili in maniera tale da avere veramente a portata di mano quel che ci serve.

La flessibilità del programma di scrittura Ulysses III è quasi proverbiale: si possono selezionare più fogli e fonderli insieme con una semplice combinazione di stastiera, oppure tenerli separati. Non c’è bisogno di dare titoli, o nomi documento, o muoversi con una gerarchia di cartelle dove copiare le cose. No: è tutto a portata di mano. E con la versione 1.1 arrivano un sacco di novità.

Rimane infine centrale un’altra funzionalità dell’interfaccia che vale la pena di ricordare subito prima di parlare delle novità: la possibilità di andare in modalità “concentrazione”, che sarebbe poi a tutto schermo con la sola pagina in cui si deve scrivere. Questa, che è la migliore imitazione di una macchina per scrivere e che è stata popolarizzata su Mac e poi su iOS da WriteRoom di Hog Bay Software, è un modo di scrittura che aiuta molto chi cerca di lavorare senza distrazioni. Ha anche non secondari benefici sulla batteria: mettendo tutto lo schermo “al nero” diminuisce un po’ il consumo e per gli utenti di Mavericks aumentano i risparmi energetici perché tutto il resto passa in secondo piano. Infine, la scrittura a tutto schermo con eliminazione di tutto quel che distrae è diventato anche un obiettivo ineludibile per tutti i produttori di programmi di videoscrittura “raffinati”. Non poteva mancare nel lavoro di The Soulmen.

Ulysses III come avrebbe sempre dovuto essere

Le novità introdotte con al versione 1.1 sono davvero tante. Un breve elenco delle principali:

  • Ricerca globale e Quick Open
  • Nuova modalità di editing
  • Global Search and Quick Open
  • Typewriter Scrolling 2.0 (molto più configurabile e funzionale)
  • Possibilità di personalizzare l’esportazione verso PDF, HTML ed ePub con l’aggiunta di nuovi template
  • Incolla intelligente, Liste intelligenti ed Etichette (tag) intelligenti
  • Localizzazione dell’interfaccia (ma non dei documenti introduttivi, perlomeno nella versione preliminare) in italiano e in varie altre lingue (Francese, Tedesco, Spagnolo e Giapponese).

Tra queste nuove funzioni quella che fa davvero più impressione è la modalità di personalizzazione dell’esportazione, oltre alla qualità del documento generato soprattutto in formato ePub. Si possono creare dei template (in realtà letteralmente dei fogli di stile CSS) per creare libri in formato elettronico personalizzati e andare via tranquilli anche con prodotti di altissima qualità. Pensare che là fuori c’è gente che impagina gli eBook con Word di Microsoft quando abbiamo a disposizione piccoli capolavori come questo!

Tutta la tipografia che conta
Ulysses III non è un programma che si domina in cinque minuti: richiede un po’ di tempo e anche di orientamento. È cioè necessario sapere cosa si vuole fare, prima di farlo. Però, al tempo stesso, è stato congegnato ottimamente in maniera tale che lo si possa utilizzare fin dal principio senza aver la sensazione di essersi infilati in un ambiente “ostile” e difficile da controllare. Tutt’altro. I comandi sono trasparenti, sono pochi e si scoprono poco alla volta. L’approccio libero di questo software appare scarno in prima battuta ma è un errore sottovalutare le potenzialità di Ulysses. Invece, si possono fare cose che probabilmente Word non riuscirebbe mai neanche ad immaginare (tipo aprire un documento da 500mila caratteri in pochi secondi) e tutto può essere fatto utilizzando la sola tastiera.

Questo è un altro piccolo, gioioso segreto di Ulysses III: tutte le funzioni sono accessibili da facili scorciatoie da tastiera che rendono praticamente una gioia usarlo: ad esempio mettiamo si voglia inserire una nota con il formato Markdown classico. Si preme il taso (fn), si inserisce la nota nel pop-up, si preme invio et voilà, la nota è creata e noi non abbiamo dovuto neanche toccare il mouse (o la trackpad). Provateci con Indesign…

Infine una notazione rapida sull’ambiente di lavoro. Non solo è accogliente, una volta fattoci l’occhio, ma è anche personalizzabile con la modifica di due varibili: si può andare in “Modalità piatta” e in “Modalità scura” (la norma sono le “Modalità pagina” e “Modalità chiara”) che sostanzialmente invertono il nero dei caratteri con il chiaro del fondo dei due pannelli di sinistra e del foglio di scrittura.


Conclusioni
Questo aggiornamento di Ulysses III è un miglioramento incrementale di ottimo livello. Dimostra innanzitutto l’affidabilità e la passione dello sviluppatore The Soulmen che crede in questo prodotto e lo sta continuando a portare avanti. L’aggiornamento 1.1 introduce funzionalità di ottimo livello e in particolare, per noi italiani, porta anche una ventata di maggiore “utilità” trasportando nel nostro idioma l’interfaccia del software (per i dizionari di grammatica e sintassi multilingue Ulysses III, come moltre altre app, utilizza i servizi dei framework di Apple) e rendendo l’esperienza alla portata di tutti.

Con una app come questa che costa meno di 50 euro e che permette di essere molto più liberi e flessibili che non utilizzando Word, la lingua italiana è l’ultimo tassello per renderla palatabile a decine e decine di categorie diverse di utenti (senza contare che Ulysses III esporta in Pages, PDF e Word “.doc”). Dallo studente all’impresa o allo studio professionale, dal lavoratore autonomo al dipendente sono in molti che potrebbero voler utilizzare un software di questo tipo. Le soluzioni possibili sono notevoli, gli usi i più svariati. Con l’avvertenza che si tratta di una scelta molto orientata alla “leggerezza” del Markdwon e di un approccio non tradizionale alla struttura del testo, in molti ci potranno trovare delle ottime opportunità.

Ulysses III versione 1.1 sarà rilasciato nei prossimi giorni come aggiornamento su Mac App Store: la versione attuale del software costa 35,99 euro sempre su Mac App Store. Ricordiamo che l’app Daedalus Touch per la scrittura su iPhone e iPad costa 4,49 euro su App Store.

 

 

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