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Ulysses 20 analizza come scrivi e porta il cruscotto su iPhone, iPad e Mac

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Una vecchia regola non scritta dell’informatica è che tutte le applicazioni nascono per fare una cosa abbastanza bene ma poi, quando crescono, non solo migliorano quella singola cosa che sanno fare bene, ma cominciano anche a fare le altre sino a che non le fanno tutte. E, alla fine, mandano anche la mail.

Ecco, Ulysses non è ancora arrivato al livello di mandare le email, ma forse manca poco. Perché la nuova versione 20 di Ulysses per Mac (già alla 20.1 nel momento in cui scriviamo) porta ancora avanti l’idea di fondo – scrivere testo utilizzando il Markdown – porta anche molte altre novità tra le quali una presente solo nella versione per Mac (è già disponibile nella nuova versione anche per iPhone e iPad), cioè controllo multilingue di testo, stile e grammatica.

Ulysses 20

Le novità dello stile

L’evoluzione degli applicativi per la scrittura su computer è stata forte e si è sviluppata soprattutto a causa della competizione con le piattaforme online: il peggior nemico di app come Ulysses 20 non sono gli altri “piccoli” presenti sullo store ma Google Docs, il Pages di Apple e soprattutto i vari front end di WordPress oppure le finestre di inserimento testo di Facebook e Twitter.

Anche per questo adesso arrivano strumenti di analisi dello stile di scrittura che un tempo erano fantascienza e che poi sono diventate ipotesi mal funzionanti sui programmi di videoscrittura tradizionali (Microsoft Word, sto guardando te). Oggi la promessa è che si possa vedere lo stile meglio semplicemente eliminando le locuzioni errate, gli avverbi, le cose ridondanti e che non si dicono, secondo i migliori manualetti di scrittura.

È un approccio basato cioè su delle regole e delle vere e proprie espressioni regolari che fanno il parsing del testo scritto “beccando” quello che non ci dovrebbe essere e mostrandolo all’autore per consentirgli di cancellarlo. Nessun mistero di “intelligenza artificiale” o gusti sintetici che si sovrappongono a quelli naturali degli esseri umani insomma. Invece, in questo modo e con maggiore puntualità Ulysses permette di correggere il proprio testo applicando le maiuscole giuste, eliminando le parole che non servono, la punteggiatura, la semantica, la ridondanza e così via.

Arriva Ulysses 20

Ulysses, dal principio

L’applicativo disponibile sia per Mac che per iOS e iPad è nato in Germania nel 2011 (il nome è ispirato dall’Ulisse di James Joyce) ed è uno degli applicativi storici di questo tipo. Nel tempo ha cambiato più volte forma e modo (ad esempio, l’app autonoma Daedalus Touch per iPhone è stata riassorbita mentre è nata quella unica sulle tre piattaforme dalla versione 2.5) e, a partire dalla versione 11, ha seguito il modello di business SaaS, Software-as-a-Service. Cioè, in una parola, è diventato un software in abbonamento.

La scelta di utilizzare il markdown ha messo Ulysses in una nicchia nella quale ha una posizione dominante assieme a iA Writer, Bears e poche altre app, ognuna con le sue peculiarità e molto riconoscibile, ma ognuna da tempo in fase di convergenza e saturazione dell’area comune di funzionalità e posizionamenti.

La nuova Ulysses

Con la nuova versione Ulysses 20, che nel frattempo è diventata anche il nome dell’azienda con 18 persone “stabili” (almeno sul sito) mantiene l’impostazione di app in abbonamento e aggiunge alcune novità. Abbiamo già detto della gestione del testo e dello stile oltre che della grammatica. Si potenziano i formati di esportazione, cioè i modo con cui l’app produce documenti poi compatibili con altri, una prerogativa fondamentale per Ulysses, che mantiene quello che è il suo approccio di base. L’app, sia essa per Mac che per iOS/iPadOS, tiene tutti i testi in un unico documento che può essere organizzato e strutturato, esportando solo quel che serve, e il tutto sincronizzandolo via iCloud.

Ma c’è di più. Nel tempo Ulysses ha accumulato una serie di piccole funzioni, come ad esempio le statistiche, gli obiettivi di scrittura, le parole chiave e via dicendo, che adesso consolida in un unico cruscotto cioè nella dashboard, che raccoglie in un unico punto tutto quanto per renderlo più accessibile agli utenti e quindi più utile. C’è anche un navigatore per l’outline del testo, che permette di esaminare il testo dal punto di vista della sua struttura e orientarsi.

Lo stile e la struttura

Qui bisogna spendere un attimo di tempo. I software per la scrittura hanno una caratteristica: permettono di variare lo stile. Questo vuol dire scegliere font diversi, dimensioni e posizionamento diversi, creando alle volte anche soluzioni molto complesse ed arzigogolate. Una tipica critica che si fa a Word di Microsoft è che è fin troppo complesso (vero) e che si passa più tempo a cincischiare per scegliere il font “giusto” o la tabulazione corretta che non a scrivere.

Software come Ulysses invece sono pensati per chi deve scrivere molto senza pensare allo stile o per chi deve prendere rapidi appunti che poi verranno usati in altri testi. Per tutto questo è utile invece avere un modo sintetico per definire la struttura e poi applicare in un secondo momento il testo che si vuole. I software che utilizzano il markdown, pensato originariamente per scrivere testi da usare in rete convertendoli in html “pulito”, servono proprio a questo. Ed ecco che Ulysses quindi fa parte di una dinastia di software nati soprattutto in ambiente Mac e Linux (ma anche Windows) per la scrittura “leggera”.

Fare struttura vuol dire definire il livello dei titoli che dividono il testo (da H1 e H2 per i titoli principali ad H6 per il più “piccolo” tra i titoli) in modo che il testo venga praticamente indentato. Chi scrive allora ragiona per “zone” di testo a loro volta suddivise in altre sotto-zone. Il navigatore della struttura è semplicemente uno strumento per mettere in evidenza in modo sintetico questa struttura che, se titolata bene, diventa uno strumento per organizzare la vista sul testo nel suo complesso: i titoli delle parti, dei capitoli, dei capitoletti, dei paragrafi, paragrafetti etc permettono di organizzare e vedere un testo anche particolarmente complesso.

In più, il navigatore permette di organizzare anche i link, le note e gli altri elementi metatestuali che Ulysses gestisce senza problemi. Questa vista, assieme ad altri elementi, è completamente nuova nella versione per iPhone e iPad.

Arriva Ulysses 20

Conclusione

Ulysses 20, come altre app di scrittura (vedi iA Writer), sta continuando ad evolvere nella direzione di un prodotto sempre più ricco di funzionalità. La semplicità dell’interfaccia unita alla potenza delle possibilità che vengono offerte dagli strumenti consente di gestire i testi in maniera molto ricca. Questo però è limitato un po’ dalla scelta di utilizzare il markdown, un formato relativamente di nicchia, che non viene utilizzato dalle realtà lavorative ed è certamente ancora meno usato come formato di interscambio dei dati. Un peccato, ma forse nel tempo le cose cambieranno.

Ulysses 20 è disponibile per Mac a partire da questa pagina di Mac App Store, invece la versione per iPhone e iPad si scarica da questa pagina di App Store: per sfruttare tutte le funzioni occorre sottoscrivere un abbonamento mensile oppure annuale.

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