Elon Musk diventa proprietario di Twitter. L’annuncio arriva dalla stessa azienda americana che alcuni minuti fa ha ufficialmente dichiarato che l’offerta presentata dall’imprenditore noto al mondo per avere inventato il fenomeno Tesla, è stata accettata.
Secondo quanto riportato, Musk pagherà 54,20$ ad azione il 38% in più del prezzo medio del mese precedente versando in totale 44 miliardi di dollari (21 spesi provenienti direttamente dal suo patrimonio personale) uno dei maggiori investimenti di tutti i tempi per trasformare un’azienda da pubblica a privata, superiore a quella con cui Astra Zeneca aveva acquistato Alexion Pharmaceuticals per 42 miliardi di dollari nel 2021.
Il presidente di Twitter, Bret Taylor, ha dichiarato che la decisione giunge dopo «avere svolto un’approfondito e complessivo processo di valutazione. Gli azionisti avranno un sostanziale profitto e questa è la miglior scelta per loro».
La prima dichiarazione di Musk si rivolge a tutti coloro che hanno avanzato preoccupazione per la libertà di espressione su Twitter: «si tratta – ha detto il proprietario di Tesla e ora anche di Twitter riferendosi proprio alla volontà di lasciare spazio a tutte le voci – di un pilastro della democrazia e Twitter sarà la piazza digitale dove le questioni vitali per il futuro dell’umanità saranno dibattute. Voglio fare Twitter migliore di quanto non lo sia mai stato». In un Tweet (qui sotto) ha anche ribadito che vorrebbe che i suoi critici restassero su Twitter proprio in nome del pluralismo. La questione della libertà di dibattito su Twitter è stata una delle ragioni avanzate da Musk quando ha iniziato a presentare il suo interesse per l’acquisto.
I hope that even my worst critics remain on Twitter, because that is what free speech means
— Elon Musk (@elonmusk) April 25, 2022
Gli osservatori nei giorni scorsi hanno dibattuto a lungo sulle prospettive di Twitter sotto il controllo di Musk. In particolare si sta cercando di capire che cosa significa e come sarà applicata la politica di “minor moderazione” dei contenuti e quali saranno le politiche di ban che oggi sono piuttosto restrittive. Questioni particolarmente importanti considerando che Twitter, specialmente negli Stati Uniti, incide largamente sul costume, la società e le questioni politiche e che politicamente Musk ha una posizione ideologica che viene ritenuta difficilmente definibile o meglio imperscrutabile almeno secondo i parametri americani.
È forse opportuno ricordare che la scalata di Trump alla presidenza della Repubblica è stata lanciata e sostenuta in maniera determinante dalla sua presenza su Twitter e che è stato sempre Twitter a segnare una strada, contestata o applaudita a seconda della posizione delle parti, quanto ha deciso di espellere Trump in conseguenza ai moti del 6 gennaio. Al proposito questo momento molti giornalisti ed opinionisti si chiedono se Trump tornerà su Twitter e che finire farà, nel caso, Truth il social network che lo stesso ex presidente ha fondato in risposta all’espulsione subita.
Ci sono poi questioni con implicazioni sull’utilizzo pratico di Twitter, come il bottone “edit” che Musk, in accordo con un largo numero di utenti, ritiene necessario, la trasparenza dell’algoritmo che suggerisce i Tweet e le tempistiche per le novità che Musk vorrebbe introdurre. Infine ci si chiede che decisioni assumeranno i dipendenti di Twitter che in buon numero, specialmente alcuni importanti ingegneri, hanno manifestato perplessità e preoccupazione per la scalata di Munsk come del resto ha fatto un buon numero di manager di Tesla, preoccupati delle distrazioni che Twitter potrebbe portare al ruolo di Musk nel suo ruolo di visionario del gruppo che produce auto elettriche.