Il pronunciamento della corte di primo appello sulla vicenda antitrust che oppone Microsoft all’Unione Europea, è previsto per il 17 settembre. A rivelare la data che potrebbe segnare un punto di svolta in quello che era e resta il più complicato caso in materia di concorrenza ad avere mai impegnato l’Ue, sono alcune fonti vicine alle parti in causa.
La sentenza, che rappresenta il secondo livello di giudizio, dovrò decidere se l’Unione Europea ha avuto ragione nell’imporre a Microsoft la produzione di un sistema operativo privo del media player e a svelare alcuni dei codici per l’interconnessione di software server con le sue macchine client. Inoltre Microsoft ha già pagato quasi 500 milioni di euro di multa cui si è aggiunta successivamente una sanzione per avere consegnato in ritardo la documentazione richiesta; attualmente sulla testa di Redmond pende la minaccia di un’altra sanzione, anche questa dovuta per la documentazione incompleta.
Nel corso dei mesi passati l’Ue ha più volte minacciato Microsoft di nuove azioni per indurla a rispettare le imposizioni che scaturiscono dalla sentenza. L’accusa dell’Unione è quella di avere scientemente ritardato la redazione delle documentazione di cui necessita la concorrenza per creare software server compatibile con i client Windows e successivamente di avere creato documentazione poco utile, molto costosa e come tale sostanzialmente poco appetibile. Accuse sempre respinte da Microsoft che ultimamente è andata anch’essa all’attacco: ‘L’Europa vorrebbe che distribuissimo le nostre proprietà intellettuali gratuitamente’, hanno detto i vertici dell’azienda di Bill Gates.
La sentenza d’appello potrebbe cancellare quella originaria oppure dare ragione in toto all’Unione; in alternativa, più probabile secondo diversi esperti, potrebbe cercare di mediare le due posizioni.
In ogni caso se una delle due parti non dovesse ritenersi soddisfatta ci sarebbe sempre la possibilità di un ulteriore ricorso che prolungherebbe ancora il passaggio dei titoli di coda sul caso.