L’ UE vuole un unico tetto per le app di messaggistica: in sostanza l’idea è quella di permettere a un utente iMessage di chattare, per esempio, con un utente Windows che scrive con Telegram, oppure di farlo comunicare con un telefono Android su cui gira WhatsApp o Facebook Messenger.
La nuova legge sui mercati digitali recentemente proposta dall’UE parla chiaro: le aziende hanno una manciata di mesi di tempo per introdurre una prima modifica che punta verso questa direzione e pochi anni per portare a termine la convergenza.
Dopo un trilogo di quasi 8 ore tra Parlamento, Consiglio e Commissione, i legislatori dell’UE hanno convenuto che i più grandi servizi di messaggistica – come Whatsapp, Facebook Messenger e iMessage – dovranno aprirsi e interagire tra loro. Gli utenti sarebbero quindi in grado di scambiare messaggi, inviare file o effettuare videochiamate attraverso un’unica applicazione di messaggistica, ed avere così più scelta su quale utilizzare. Per quanto riguarda invece l’obbligo di interoperabilità per le reti sociali, i colegislatori hanno convenuto che queste disposizioni saranno valutate in futuro.
Questo è il passaggio più rilevante del comunicato stampa di una legge che, sebbene non sia stata ancora approvata, potrebbe costringere aziende come Apple e Meta ad aprire i loro sistemi che fino ad oggi controllano completamente. Non si parla di obbligo di collaborazione tra le varie aziende, ma l’intento è chiaro: abbattere i muri di quei giardini, senza sovraregolamentare le piccole imprese che vi ruotano intorno.
Questo tipo di interoperabilità, specie quando c’è di mezzo la crittografia, non è certo priva di complessità. Per questo l’accordo finale prevede alcune scadenze scaglionate in modo che le società possano gradualmente adattare i propri servizi ai diversi livelli di interoperabilità. Come dicevamo in apertura entro tre mesi dovranno garantire la comunicazione uno-a-uno tra le varie piattaforme di messaggistica, due anni invece per i gruppi e quattro per quanto riguarda invece telefonate e videochiamate.
Va fatto notare che oggi i sistemi di messaggistica sono chiusi perché possono, non perché sia impossibile farli lavorare insieme. Meta ha già messo insieme alcuni dei suoi sistemi di messaggistica ed Apple ha lanciato una versione più aperta di iMessage diversi anni fa. Lo stesso Steve Jobs aveva presentato FaceTime come servizio open-source. Ma se negli ultimi anni la storia di Apple racconta altro, è perché dietro la chiusura della piattaforma c’è un motivo commerciale: non portando iMessage su Android, chi vuole passare da lì deve necessariamente continuare a comprare un iPhone.
Se la proposta di legge UE sulla messaggistica passa, ci sarà un motivo commerciale altrettanto urgente per far sì che questi ordini di interoperabilità vengano rispettati. L’UTE infatti prevede di multare un’azienda fino al 10% del suo fatturato annuo globale se non si adegua, percentuale che sale al 20% se si tratta di una infrazione ripetuta e, dulcis in fundo, la Commissione può perfino impedire alle società di effettuare acquisizioni se si ritiene che infranga sistematicamente le regole.
Un portavoce di Apple ha parlato di «preoccupazione» riguardo al fatto che alcune di queste disposizioni creeranno vulnerabilità alla privacy e alla sicurezza degli utenti che le chiusure odierne permettono invece di evitare, altre disposizioni invece vieteranno di addebitare all’azienda quelle proprietà intellettuali sulle quali invece starebbe investendo molto. «Crediamo profondamente nella concorrenza e nella creazione di mercati competitivi in tutto il mondo e continueremo a lavorare con le parti interessate in tutta Europa nella speranza di poter mitigare queste vulnerabilità».
Il Parlamento europeo ha esteso l’azzeramento dei costi di roaming per ulteriori 10 anni.