Nuova stangata per Meta dall’Unione europea. La Commissione per la protezione dei dati (DPC), in altre parole l’autorità irlandese responsabile della difesa del diritto fondamentale dei cittadini dell’Unione europea alla protezione dei propri dati personali, ha comminato una multa da 390 milioni di euro a Meta (la società sotto il cui cappello include Facebook) per aver illegalmente costretto i propri utenti ad accettare annunci personalizzati durante l’uso dei social network.
A riferirlo è il Wall Street Journal citando una nota del garante secondo il quale Meta ha “violato i suoi obblighi di trasparenza” utilizzando una “base giuridica sbagliata per il trattamento dei dati personali per la pubblicità mirata”.
Quando un utente effettua l’iscrizione a Instagram o Facebook, viene richiesta l’accettazione dei Termini di servizio alla piattaforma, usando un gergo legale che non è per tutti di facile comprensione e molti utenti si limitano ad accettare i termini, acconsentendo a fornire dati personali per la profilazione.
Il regolatore della privacy dell’UE spiega che Meta non proporre suoi contratti senza consentire all’utente la possibilità di escludere le funzioni di tracciamento. Meta dovrebbe conformarsi ma in una nota l’azienda spiega: “Siamo fermamente convinti che il nostro approccio rispetti il Gdpr, pertanto siamo delusi da queste decisioni e intendiamo appellarci sia alla sostanza delle sentenze che alle multe”. Il principale business di Meta è ovviamente la pubblicità e le entrate dell’azienda sono state già colpite dall’App Tracking Transparency di Apple, la funzionalità che obbliga gli sviluppatori di app a ottenere consenso degli utenti per il monitoraggio degli annunci.
Una diversa multa dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati era stata emessa a novembre 2022 dopo perché i dati personali di circa 533 milioni di utenti di Facebook erano stati resi disponibili su Internet (numeri di telefono, date di nascita, indirizzi e-mail e altre informazioni private).