L’accusa per il sedicenne Maxwell Marion Morton è tra le più gravi: omicidio di primo grado e detenzione di armi da fuoco. Il giovane, residente a Jeannette, in Pennsylvania, è accusato di aver sparato ad un proprio compagno di classe. Non pago di ciò si sarebbe scattato un selfie con il cadavere, inviando addirittura la foto ad un amico su Snapchat.
L’immagine, anziché finire nel dimenticatoio, come da protocollo Snapchat, è stata invece salvata dal destinatario, amico di Morton, che avrebbe effettuato uno screenshot sul proprio smartphone, grazie al quale la polizia ha potuto procedere all’arresto quasi immediato. La foto, infatti, rappresenterà una prova regina all’interno del processo contro il giovane assassino, che stando alle dichiarazioni di un portavoce di Pittsburgh Tribune Review, verrà processato come un adulto. Morton avrebbe già confessato l’omicidio, anche perché messo davanti all’evidenza dalle forze dell’ordine, che perquisendo la casa del giovane ha ritrovato l’arma del delitto, una pistola 9 mm.
Non è la prima volta che la tecnologia aiuta a smascherare crimini di vario genere. Più volte, infatti, la cronaca ha raccontato di merce rubata ritrovata grazie agli autoscatti degli stessi malfattori, ma mai prima d’ora si era assistito ad un selfie con il morto. Ad ogni modo, la pazzia dilagante che sempre più spesso porta i criminali a documentare le proprie “imprese” tramite uno smartphone, per poi condividerle addirittura con il mondo ha del preoccupante. Nel caso di specie, ancor peggio se si pensa che le autorità non hanno ancora trovato il movente per un simile gesto.