Tesla non può fare tutto da sola, con i robotaxi rischia di cadere e di farsi molto male: è il sunto di quanto Dara Khosrowshahi, amministratore delegato di Uber, ha dichiarato durante l’intervista rilasciata al Logan Bartlett Show, serie di podcast di Redpoint Ventures nel quale, episodio dopo episodio, si raccolgono i punti di vista degli addetti del settore sui vari aspetti della tecnologia.
Quelli che emergono dalla chiacchierata sono una serie di dubbi che puntano tutti in una direzione: convincere Elon Musk e Tesla che per non fallire con i robotaxi hanno bisogno di Uber, o di un altro alleato specializzato nel ridesharing.
Ricordiamo che da sempre Musk promette ai proprietari di Tesla di poter generare un utile dalla propria auto quando non viene utilizzata personalmente o dai familiari, mettendola a disposizione sulla futura piattaforma di ridesharing, insieme ad altre auto fornite direttamente da Tesla per il servizio. La presentazione era programmata per l’8 agosto ma è stata posticipata presumibilmente in ottobre.
I dubbi del CEO di Uber sui robotaxi Tesla
Il CEO di Uber porta a titolo di esempio il problema degli orari di punta e degli ingorghi che si verrebbero a creare in quelle fasce orarie in cui le richieste combacerebbero con i momenti in cui i proprietari vorrebbero utilizzare le proprie automobili.
Cita poi la necessità di creare piattaforme accessorie adibite alla risoluzione dei problemi. Perché nel ridesharing possono andare storte diverse cosa: da una persona che non si sente bene durante la corsa, a chi vuole pagare in contanti, o a chi potrebbe perdere oggetti dentro un’automobile.
Secondo l’AD di Uber la nostra società per com’è concepita oggi potrebbe poi non essere ancora pronta per il cambiamento epocale che guida autonoma e robotaxi porteranno con sé, anche qualora le auto guidassero due o tre volte meglio di un essere umano.
La soluzione migliore per Tesla sarebbe quella di investire su cambiamenti aziendali importanti perché il ride sharing – dice – non è come costruire auto: «è un business completamente diverso».
La soluzione di Uber? una partnership
Come fare? per Khosrowshahi è semplice: a Tesla converrebbe collaborare con Uber o uno dei suoi concorrenti, piuttosto che partire da zero. E nel caso di Uber – sottolinea – se si trovasse un accordo, in un colpo solo Tesla avrebbe accesso a 15 anni di esperienza costruita con decine di miliardi di investimenti.
Dall’altra parte c’è però l’imprevedibile Elon Musk, che in questo senso sembrerebbe avere le idee chiare, almeno per adesso. La sua Tesla infatti sta facendo tutto da sola, dallo sviluppo del sistema a guida autonoma (FSD) ad appunto una sua piattaforma per i robotaxi.
La strada di Tesla
Se guardiamo alla concorrenza, ci sono Waymo e Cruise che offrono le loro soluzioni, ma secondo il visionario amministratore di Tesla alla lunga saranno loro ad avere problemi perché le loro tecnologie di guida autonoma sono vincolate dalla mappatura in alta definizione delle strade.
FSD di Tesla invece per muovere le auto in sicurezza fa uso delle telecamere e di una rete neurale che si addestra da sola in base a quel che vede, con la potenzialità quindi di poter funzionare ovunque, indipendentemente dalla presenza o meno di una mappatura digitale. Per ora la guida autonoma di Tesla ha bisogno ancora di supervisione, ma anche questo sembra essere un limite su cui la società sta investendo molto per eliminarlo del tutto. Chi avrà ragione? ce lo dirà il tempo.
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