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Uber vuole quotarsi in borsa e nella richiesta cita sette volte Apple come concorrente

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Uber ha depositato presso la SEC (Securities and Exchange Commission, l’autorità della borsa) americana i documenti con i quali chiede formalmente di quotarsi al New York Stock Exchange con simbolo “UBER”.

L’azienda di San Francisco punta a ottenere una valutazione di 100 miliardi di dollari, meno di quanto inizialmente previsto ma ad ogni modo la quotazione maggiore del 2019 e la più grande nel settore hi-tech dopo quella di Alibaba del 2014 (169 miliardi).

Nei documenti presentati alla Securities and Exchange Commission, Uber cita ben sette volte Apple come possibile competitor tra quelli che stanno sviluppando veicoli/tecnologie a guida autonoma. Secondo Uber questi competitor potrebbero essere più “convincenti” sul versante guida autonoma rispetto alla sua proposta.

“…ci troviamo altresì a competere con OEM e altre aziende tecnologiche nello sviluppo di veicoli con tecnologie a guida autonoma e nello spiegamento di veicoli a guida autonoma, incluse Waymo, Cruise Automation, Tesla, Apple, Zoox, Aptiv, May Mobility, Pronto.ai, Aurora e Nuro, la cui offerta potrebbe risultare più efficace rispetto ai nostri veicoli con tecnologia a guida autonoma”.

Uber fa notare che Waymo “ha già presentato flotte per il ridehailing” (trasporto a pagamento diverso dal car sharing con cui si intende l’uso condiviso dell’auto, ndr), “e anche altri competitor potrebbero presentare offerte con veicoli autonomi prima di quanto ipotizzato”.

Apple, da tempo è impegnata nel cosiddetto “Project Titan”, un progetto che dovrebbe portare alla creazione di veicoli autonomi o tecnologie di questo tipo da offrire a terzi. Ad aprile del 2017 la Casa di Cupertino ricevuto dallo stato della California i permessi fondamentali per avviare i test sui veicoli autonomi. Nel 2016 la Mela ha richiamato Bob Mansfield, uomo-chiave sin dai tempi di Steve Jobs, a cui si deve il successo di prodotti come MacBook Air, iMac e iPad, a capo delle attività legate alle tecnologie driverless.

La mossa di Uber è simile a quella già fatta dalla rivale Lyft a marzo dello scorso anno, Dal documento S-1 primo passo per la quotazione in Borsa,  si evince che per Uber il 2018 è terminato con 997 milioni di dollari di utili netti e ricavi per 11,3 miliardi. L’anno precedente aveva subìto una perdita di 4,03 miliardi e le vendite ammontavano a 7,9 miliardi.

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