Microsoft ha recentemente confermato di aver cessato di raccogliere i propri dati cartografici e di avere ceduto una serie di attività di mapping a Uber, tra cui un data center, le macchine fotografiche, la proprietà intellettuale, e circa 100 ingegneri. La notizia conferma l’interesse da parte di Uber nel volersi dotare di un servizio di mappe indipendente, per non dover dipendere da servizi esterni, come ad esempio Google Maps.
Le fotocamere acquisite da Microsoft, che nel frattempo negli anni ha raccolto molti dati – seppure limitati in confronto a Google – potrebbero presto trovare il loro alloggiamento naturale a bordo dei veicoli ufficiali Uber, che percorrono a tappeto migliaia di chilometri ogni giorno per trasportare i passeggeri.
L’acquisizione della tecnologia di Microsoft è solo l’ultimo segnale di una Uber intenzionata a rafforzare il suo orizzonte tecnico e il suo patrimonio tecnologico nel settore mappe. Recentemente ha assunto l’ex Google Brian McClendon, figura chiave nella creazione di Google Maps; poche settimane fa Uber era entrata nella partita d’acquisto di Nokia Here, il servizio di mappe di Nokia, Here, per la cifra di circa 3 miliardi di dollari.
Un servizio di mapping proprietario potrebbe essere uno strumento prezioso per Uber, non solo per il suo stesso business – dove un algoritmo per la gestione del traffico è imprescindibile – ma anche come potenziale attore per un mercato sempre più fondamentale per i servizi in mobilità.