“Entro la fine del 2015, se riusciremo a realizzare queste collaborazioni, creeremo 50.000 nuovi posti di lavoro nell’Unione Europea”: la grande promessa non arriva da un politico italiano in campagna elettorale, bensì da Travis Kalanick, fondatore e Ceo di Uber, la società di noleggio per brevi tragitti che punta a rivoluzionare gli spostamenti urbani in auto e che ha creato non poche tensioni nel mondo dei taxi e degli autisti.
Le dichiarazioni di Kalanick sono state pronunciate durante la Conferenza DLD a Monaco: oltre alla promessa di 50.000 nuovi posti di lavoro, il dirigente ha anche assicurato un impegno diretto della propria società nel ridurre il problema d’ingorghi, traffico e inquinamento. “Vogliamo togliere 400.000 automobili dalle strade europee nel 2015”; come riporta Cnet, i due ambiziosi obiettivi potranno però essere raggiunti a una sola condizione, vale a dire la collaborazione delle autorità cittadine, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione dei permessi e delle licenze per gli autisti.
Da tempo Uber ha destato l’interesse degli utenti, proponendo un servizio di noleggio sensibilmente più economico dei tradizionali taxi, il tutto gestibile tramite app per smartphone, ma ha anche suscitato profonde critiche non solo da parte dei tassisti e delle municipalità, ma anche dai media. In particolare Uber è stata criticata per l’aumento dei prezzi in condizioni di maggior richiesta, con rialzi applicati anche in condizioni di emergenza come tempeste di neve o nel celebre caso di Sydney, quando la città è stata vittima di un attacco terroristico, oltre che per un tragico evento di cronaca, con la violenza subita da una passeggera di Uber proprio da un autista della società, verificatosi in India.
È molto difficile prevedere se l’azienda riuscirà in tutto o anche solo in parte a rispettare le sue grandi promesse. Sembra che ad ogni modo, almeno per il momento, la società abbia finalmente deciso di cambiare approccio sia con i media sia con le autorità, iniziando proprio dall’Unione Europea. Uber ha già promesso di condividere maggiormente i propri dati su traffico e circolazione con le città che fossero interessate a impiegare queste informazioni per migliorare il traffico cittadino. Inoltre Uber ha espresso dichiarazioni di rammarico sia l’aumento dei prezzi, sia per il terribile episodio indiano, promettendo una revisione dei software interni per bloccare aumenti di prezzi in condizioni eccezionali e maggiori indagini sui candidati che si propongono come autisti.