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Twitter, piccole regole e grandi suggerimenti – Parte Prima

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Breve guida all’uso di Twitter, tecnologia costruita da pochissimo tempo e che si basa su alcuni semplici assunti. Si spediscono messaggi di 140 caratteri, spazi inclusi, attraverso tutti i mezzi di trasmissione. Gli indirizzi Internet si accorciano, si usa la chiocciola davanti a un nome (ad es. @antoniodini per quanto riguarda il sottoscritto) per “chiamare” in causa una persona in particolare, e si segue il flusso, la gigantesca onda.

La cosa che caratterizza Twitter e il suo uso non è solo come viene usato, ma anche gli strumenti che si hanno a disposizione per usarlo. Twitter è un flusso anarchico di “tweets”, cioè di “cinguettii”, i singoli messaggi, mandati dalle persone ( @antoniodini ad esempio, dicevamo) su vari temi con parole d’ordine indicate ( #apple , per esempio) e magari semplicemente ritrasmettendo – ReTweeting – il messaggio di un altro ( RT @antoniodini #apple Ancora niente iTablet! ) e aggiungendo anche un indirizzo internet – che si chiama tecnicamente URL – in forma accorciata grazie ai servizi Web che lo consentono. Ad esempio TinyURL.

In pratica il breve messaggio deve avere un sacco di “codice” compatto per farsi capire: tutti vedono il cinguettio ma al destinatario della @ rimarrà  in memoria e se ne accorgerà . Il RT permette a chi legge di capire che chi lo spedisce non è la fonte originaria, e magari si collegherà  al flusso del primo mittente. E qui si entra sul secondo argomento.

Followers, cioè seguire alcune fonti. Ci sono tre modi per leggere i cinguettii: attaccarsi al grande flusso, cercare specifiche parole chiave (e adesso anche gente nei pressi di dove ci troviamo) oppure seguire specifiche persone. Diventare cioè “seguaci” di qualcuno. àˆÂ il gioco dei link dei primi blog: quanti più seguaci ho, tanto più sono importante (David Pogue, il giornalista del New York Times che si occupa di Mac, ne ha più di un milione). E a mia volta posso seguire altri (ma poi diventa un casino se arrivano troppi messaggi in continuazione).

La cosa insomma che introduce Twitter è un nuovo modo di comunicare che non è la posta elettronica o la chat o il blog, ma una serie di rapidi e sfuggenti messaggi, che permettono di seguire, attraverso la popolarità  di alcune parole chiave, anche quali sono i pezzi di conversazione che emergono sopra la massa del rumore.

La terza cosa? Twitter non si segue sul suo sito. La cosa bella è che si possono usare tutti i software che si vogliono: alcuni a pagamento, molti altri (il 70%) gratuiti… e molti si trovano su Mac e su iPhone-iPod touch. Una figata, si potrebbe dire, perché grazie a questi software l’esperienza di uso di Twitter può variare molto: alcuni sono tecnicamente fatti meglio, altri hanno una interfaccia che è la fine del mondo. Il risultato è che, a differenza di Second Life, di MySpace e di Facebook, Twitter sta avendo successo anche perché mette il potere nelle mani degli sviluppatori e degli utenti, e lui si trasforma in una piattaforma.

Quali sono gli strumenti migliori? Come muoversi su Mac e su iPhone? Quali regole di galateo cinguettante seguire? Lo vedremo nella seconda parte di questa serie di articoli sui cinguettii di Twitter.

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