Giunto alla versione 1.3 il programma è stato inizialmente respinto da Apple perché visualizza un termine giudicato non opportuno da parte di Cupertino (FuckItList). In realtà la parolaccia non è contenuta direttamente nel software ma visualizzata perché, nei vari canali di tendenza su Internet, è un argomento trattato dagli utenti sul Web.
Il programmatore ha raccontato la sua storia a Cnet: la notizia della bocciatura di Twitter 1.3 ha sollevato sul Web una serie di articoli in cui Apple viene giudicata come un censore inopportuno. In pratica il ragionamento che ha portato alla bocciatura di Twitter per una parolaccia non contenuta nel software ma sul Web, dovrebbe portare se applicato all’estremo alla bocciatura di qualsiasi programma di navigazione Internet, potenzialmente in grado di visualizzare immagini e parole non opportuni.
In ogni caso lo sviluppatore di Twitter ha poco dopo annunciato che Apple è tornata sui propri passi autorizzando la pubblicazione di Twitter 1.3 su App Store. Mentre molti siti Web e testate si sono scagliati contro Cupertino per l’incoerenza mostrata nel processo di valutazione delle applicazioni, bocciato Twitter per una parolaccia prelevata dai canali di discussione, promossi invece numerosi software che giocano con inopportuni rumori intestinali, il programmatore ha concesso una conclusione più amichevole: “App Store è ancora molto giovane” ha dichiarato in una intervista infine spiegando che Apple sta ancora cercando di sistemare gli ultimi dettagli.