Dite pure addio allo storico indirizzo twitter.com perché se anche continuerà ad esistere, già adesso funziona come semplice redirect verso il x.com: ora è ufficiale. La transizione del marchio è cominciata a luglio dello scorso anno con gli account ufficiali di Twitter, seguiti dall’aggiornamento delle app e dell’abbonamento Premium, che prima si chiamava Twitter Blue e poi è appunto diventato X Premium.
Per quanto riguarda l’url, già da agosto dell’anno scorso era arrivato qualche segnale dal pulsante di condivisione dell’app, che talvolta pareva indicasse appunto l’indirizzo x.com. Al momento ci sono ancora discrepanze tra cui effettua il login e chi accede alla piattaforma senza connettere un account, e pare vari anche tra un browser e l’altro.
Intanto l’azienda avvisa i visitatori con un nuovo banner in basso spiegando che se anche stanno modificando l’indirizzo del social, le impostazioni su privacy e protezione dei dati rimangono le stesse.
Sul marchio X
Per il marchio X, l’attuale proprietario Elon Musk ha una vera e propria ossessione, a cui vi abbiamo già dedicato un approfondimento spiegando come sia partito tutto dal dominio x.com, che nel 1999 era la pagina di uno dei primi business e servizi creati da Musk, poi venduto diventando parte di PayPal.
Negli anni la X è tornata ad essere il marchio della sua società spaziale Space X, e il nome di uno dei veicoli elettrici di Tesla (la Model X).
Per quanto riguarda il dominio x.com, Musk punta a trasformarlo nel punto di convergenza dell’app e del sistema, che vorrebbe farlo diventare un tutto-incluso stile WeChat, dove in Cina ormai è installata su ogni smartphone perché indispensabile per molte attività quotidiane, anche se alcuni sospettano attività di controllo, censura e sorveglianza governativa.
In Europa arriva Grok
In concomitanza con il cambio di indirizzo, in Europa appare in fase di distribuzione Grok, il chatbot di proprietà dell’azienda rilasciato nel Regno Unito solo due settimane fa e in procinto di essere integrato perfino nelle auto Tesla.
Il servizio è disponibile soltanto per gli abbonati Premium e si integra nella barra di navigazione, dove risponde alle domande con ironia, come spiegava l’azienda tramite il profilo xAI alla presentazione dello scorso novembre: «ha una vena ribelle, quindi per favore non usatelo se odiate l’umorismo».
Tra le cose che può fare c’è quella di riassumere le notizie usando come fonte gli stessi post pubblicati sulla piattaforma, ma siccome non è ancora perfetto – per esempio ha generato notizie false ad Aprile riguardo il bombardamento di Tel Aviv da parte dell’Iran, sostenendo che erano stati distrutti diversi edifici – almeno qui da noi, fino al termine delle elezioni per il Parlamento Europeo, questa opzione sarà disattivata.
L’arrivo del chatbot contribuirà alla creazione dell’app tutto-fare di cui accennavamo poc’anzi, per la quale Musk intende integrare anche le funzioni di banca entro la fine di quest’anno.