Twitter sta cercando di dire basta allo spam, a chi condivide gli articoli senza averli neppure letti, e lo fa con una solida presa di posizione. In questi giorni alcuni utenti Android si sono trovati di fronte a un curioso messaggio sul social dei cinguettii in cui veniva chiesto loro se avevano voglia di aprire il link che stavano cercando di ritwittare. Una specie di filtro anti-spam, un passaggio in più per poter eseguire un’azione che ormai troppo spesso si finisce per portare a termine con troppa semplicità.
Vuoi perché si ha piena fiducia nella fonte, o magari perché c’è semplicemente simpatia con chi ha condiviso un messaggio. Oppure perché è sufficiente il titolo dell’articolo o la sola immagine di anteprima per ritenersi a favore oppure contrari: la tentazione è troppo forte, si finisce per cliccare sul tasto “condividi” magari corredando il tutto con un proprio piccolo pensiero. Poi incontri la stessa persona, gli chiedi come mai sostiene un argomento del genere, e si cade dalle nuvole.
Twitter si sta preparando per combattere lo spam, perchè anche questo è disinformazione. Il fatto che ci stia lavorando adesso non stupisce: il 3 novembre 2020 ci saranno le elezioni presidenziali degli Stati Uniti (le 59esime, per essere precisi) e questa volta il web non vuole farsi trovare impreparato. Ormai quattro anni fa infatti le elezioni furono influenzate attraverso 50 milioni di account Facebook e nessuno vuole ripetere lo stesso errore. Neanche Twitter, che è per altro il mezzo preferito dall’attuale presidente Donald Trump per parlare ai suoi elettori.
Google ha vietato il targeting di annunci politici lo scorso anno e ha vietato i deepfake dagli annunci, Whatsapp ha già imposto dei limiti alla funzione di inoltro all’inizio del 2019 mentre Facebook, se con il coronavirus ha promesso collaborazione, per quanto riguarda la propaganda politica non metterà alcun freno alle fake news: però gli iscritti avranno almeno maggiori opzioni di controllo su quali annunci visualizzare e quali no. Sarà sufficiente?
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