Dodici anni fa Apple ha messo in commercio un Mac molto particolare. Era il Mac del ventesimo anniversario, il Twentieth Anniversary Macintosh. Macchina molto costosa e relativamente potente per l’epoca (la CPU era un PowerPC 603e, con 128 mega max di RAM) e che costava in prima battuta 7.499 dollari più tasse.
Non fu un successo, anche se oggi bisogna dire che il concetto di macchina tutta integrata montata verticalmente (e il suo sistema di diffusione audio speciale di Bose) sono diventati molto più comuni. Lo schermo da 12,1 pollici a matrice attiva di LCD lo rende assolutamente competitivo, così come la scheda video ATI 3D Rage II. Il CD interno (a sportello verticale) era montato su connessione SCSI mentre il disco rigido era da 2GB. La spiccata vocazione multimediale era data dalla presenza di sintonizzatori hardware per radio e televisione.
Ma la cosa particolare, a riguardare la foto di quell’apparecchio che oggi fa bella mostra in numerose collezioni di appassionati come pezzo più esclusivo e significativo del passaggio dal “vecchio” al “nuovo” modo di concepire il design degli apparecchi di Apple (c’è infatti dentro lo zampino di Jonathan Ive al suo primo lavoro significativo per Apple insieme all’eMate) è nella tastiera.
Apple nel 1997 era già veterana di innovazioni nel mondo dei computer portatili. Aveva inventato infatti i PowerBook con tastiera arretrata e pallina, poi touchpad centrale, per consentire di poggiare i palmi nell’uso della macchina. Il lavoro sui touchpad è stato portato avanti con numerosi brevetti e raffinamenti, molti dei quali della Synaptics di Federico Faggin e Carver Mead (l’italiano è tra i creatori del primo processore Intel). Varie aziende hanno lavorato alla creazione di nuove possibilità d’uso dei touchpad e Apple si è specializzata nelle “gestures”, intuizione notevole che semplifica scroll, giro di pagina, zoom e varie altre attività , in buona parte prese dal touch di iPhone e iPod touch.
Ebbene, la tastiera del “vecchio” TAM era dotata non di mouse ma di touchpad. Una cosa in cui Ive e Jobs credevano fortemente: la razionalità di quel sistema, che richiede peraltro molto meno spazio, rispetto al mouse stesso. La tecnologia e gli usi dell’epoca limitavano l’impatto e pochi avevano desiderio di usare il touchpad al posto del mouse. Oggi però le cose stanno per cambiare, come probabilmente scopriremo tra pochi giorni o poche ore…
Per chi vuole saperne di più del TAM vi rimandiamo a questo sub-sito creato da una vecchia conoscenza di Macitynet.