Steve Jobs continua a vivere attraverso centinaia di brevetti che portano il suo nome, una forte presenza nel USPTO, l’ufficio statunitense che gestisce marchi e brevetti. Oltre che nell’eredità di Apple e nella leggenda, il nome di Steve Jobs è così legato a una mole di brevetti che spaziano in diversi campi dell’elettronica di consumo ma non solo. L’indagine sui brevetti di Steve Jobs è stata condotta dal MIT che ha individuato ben 458 brevetti in cui appare il nome del co-fondatore di Apple. Interessante notare che 141 di questi brevetti sono stati registrati dopo la scomparsa di Jobs, avvenuta il 5 ottobre del 2011, in pratica una quantità di brevetti superiore a quanti numerosi inventori riescono a fare in una intera vita.
Si va dai primi brevetti registrati negli anni ’80 in cui appaiono gli schizzi di quelli che poi sono diventati Apple III e il primo Mac, fino ad arrivare al cubo di cristallo, iconico ingresso dell’Apple Store sulla Quinta Strada di New York celebre in tutto il mondo, ma nella lunga serie rientra anche il design di Venus il mega yacht che Jobs ha commissionato ma che ha anche contribuito a disegnare. Proprio perché molti dei brevetti in cui appare il nome di Jobs riguardano design ed aspetti esteriori dei prodotti, alcuni osservatori notano che Steve Jobs non può essere considerato un vero inventore. I detrattori sottolineano invece che Steve Jobs non è mai indicato come inventore unico ma il suo nome appare sempre accompagnato da numerosi ingegneri e scienziati di Apple, sminuendo così il contributo del co-fondatore della Mela.
Non la pensa così però Tim Wasko che in Apple contribuì allo sviluppo dell’interfaccia di Quick Time Player, di iDVD e anche di iPod: secondo Wasko, Steve Jobs offriva commenti utili e suggerimenti preziosi, giustificando così l’inserimento del suo nome tra gli inventori dei brevetti.