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Tutti gli aggiornamenti per chi scrive con Mojave

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Arriva la nuova versione del sistema operativo di Apple, Mojave, e con lei arrivano nuove versioni aggironate delle princiali app presenti sul nuovo Mac App Store. E sono aggiornamenti non solo di manutenzione, perché ci sono anche un po’ di piccole, interessanti novità. Dell’editor di testo minimalista iA Writer abbiamo parlato separatamente in questo articolo

BBEdit 12.1.6

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Cominciamo con un criterio di anzianità: lo storico BBEdit non può che essere il primo. Presente dal 1992 su Macintosh e adesso su macOS, è considerato da molti il nume assoluto del lavoro di scrittura su Mac (e solo su Mac). La versione 12, che abbiamo presentato qui e recensito in questo articolo, presenta una riscrittura praticamente completa della applicazione, con nuove fondamentatecnologiche adatte a macOS High Sierra e adesso aggiornate a Mojave.

Le novità presenti per High Sierra sono più di cento: si parte da quelle legate a a FTP/SFTP, Text Factory (un insieme di trasformazioni che è possibile applicare a un documento, a una selezione o a un insieme di file a una cartella) e Preview, editor con tema dark, migliorie varie nell’integrazione con il sistema operativo di Apple, e una pletora di altre funzioni come il Canonize per le trasformazioni in batch del testo, il Paste using filter nel menu Edit, le voci Colums per lavorare sul testo diviso in colonne (con specifici comandi di formattazione) e un’abbondante infornata di funzionalità legate alla manipolazione del testo soprattutto utilizzando le espressioni regolari di Grep.

La versione 12.1.6 per Mojave fa uno sforzo non indifferente di trasformazione di quanto non era compatibile con il motore a 64 bit, risolve una serie di bug per la gestione di attività molto particolari (e si tratta di una lista veramente lunga) sottolineando ancora di più, se possibile quello che già notavamo nella nostra recensione, e cioè BBEdit è un programma molto potente e flessibile ma anche molto conservatore, e che questa sua prudenza nell’avanzare, con innovazioni studiate e pensate a lungo, è una delle principali cause del suo successo.

Come dicono gli stessi di BareBones Software, l’azienda è in giro da molto tempo e sa bene come gestire aggiornamenti e cambi di paradigma. Non mette mai un cambiamento di versione importante nello stesso periodo in cui viene cambiato profondamente il sistema operativo di Apple: un errore da non fare! sostengono quelli della casa software americana. Quindi, maggiori innovazioni arriveranno in realtà più avanti, nei prossimi mesi. E non adesso.

Ulysses 13.2

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Si aggiorna anche Ulysses, l’app tedesca per il markdown che è in sostanza la versione “light” di quello che Scrivener è invece per il testo “rich”. Di Ulysses abbiamo parlato varie volte, anche con la chiave di strumento alternativo sia al fallimentare Evernote (come abbandonarlo per Ulysses) e anche a Note di Apple. Tuttavia va sottolineato che molte cose sono cambiate nell’ultimo anno per Ulysses, tra cui la scelta (è l’unico degli editor della vecchia guardia qui presenti) di passare a un modello in abbonamento. Scelta che sicuramente ha fatto bene dal punto di vista economico ai suoi creatori (originariamente chiamati The Soulmen, oggi diventati Ulysses & CO.) ma ha anche tolto molti utenti che preferivano pagare una sola volta e usare l’app per qualche anno.

Ulysses è disponibile sia per macOS che per iOS ed ha un buon numero di novità che si allunga con l’aggiornamento per Mojave.

la versione aggiornata presenta innanzitutto una nuova implementazione del “dark mode” adesso compatibile con le scelte tecnologiche di Apple, semplificate le parti di condivisione dei documenti, potenziate le scorciatoie con nuove integrazioni per quanto riguarda Siri (soprattutto nella versione iOS però), la possibilità di inviare direttamente a Ulysses link, testi e immagini da Safari e da moltre altre app.

Il nuovo elenco fogli è una nuova colonna dell’interfaccia di Ulysses che permette di avere una panoramica dei fogli, cioè dei testi scritti, e dei gruppi, cioè i capitoli che aggregano più testi. La nuova versione è stata migliorata graficamente ed è più chiara e leggibile. Invece la modalità scura, il “dark mode” è quello che permette di lavorare in maniera più concentrata e al tempo stesso più rilassata per gli occhi, in ambienti soprattutto a bassa illuminazione.

Bear 1.6

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Arriviamo allo sfidante di quest’ultimi periodo. L’app tutta italiana dell’orso, cioè Bear. Che, fin dal suo esordio, ha cambiato abbastanza lo scenario delle app per la scrittura: in due anni ha fatto incetta di premi, raggiunto una buona quota di mercato e creato un modello interessante di business: gratuita per molti, a pagamento per chi è pro e vuole usarla in modo più approfondito.

Bear è particolare per molti motivi diversi: gestisce le note in maniera integrata e ha un ottimo lavoro per nascondere la complessità dei suoi modi, siano essi basati su markdown semplificato che su rich text. La nuova versione si concentra su Siri e sulla navigazione.

Per quanto riguarda Siri, ci sono una serie di miglioramenti sia per quanto rigaurda la capacità degli utenti di operare con Siri che per la migliore integrazione dell’assistente di Apple all’interno dell’app: dalla creazione di nuove note alla loro ricerca. Ma c’è anche di più: il miglioramento della navigazione delle note, possibilità di creare link nei titoli delle note per passare da una nota all’altra, miglioramento e potenziamento della sincronizzazione, una delle principali funzionalità della versione pro a pagamento.

Potenziato il settore dei temi, ovviamente con la completa compatibilità con il dark mode di Mojave. Bear è una delle app che avevano già implementato da tempo la modalità di scrivere con una molteplicità di temi, sia scuri che solarizzati. Adesso il bisogno era quello di allineare l’app alle necessità del dark mode del sistema operativo e poi migliorare gli altri temi in maniera che la compatibilità con i due possibili stati della macchina (tema chiaro e tema scuro del Finder) quando si sceglie un tema ad hoc. Missione compiuta. In più, nuovi temi e icone aggiuntivi e persino stickers per Messaggi.

Scrivener 3.0.3

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Arriviamo all’ultima app, storica, del mondo della scrittura su Mac. Scrivener è stato creato dall’autore tramutato in programmatore Keith Blount, fondatore di Literature and Latte, nel 2007. Undici anni dopo, l’app è disponibile sia in versione macOS che iOS (con lunghe attese e fatica) nonché in versione Windows. Si tratta lo abbiamo recensito qui, di un software dall’approccio strutturato alla scrittura, con la creazione di progetti che possono essere poi trasformati in molte altre cose: da pdf a documenti word, da ebook (molto ben impostati) a pagine web. E viene molto utilizzato da scrittori esordienti o pluri-pubblicati.

Abbiamo sentito l’autore di Scrivener per capire a che punto sia l’azienda con l’aggiornamento della app soprattutto per Mojave (Scrivener si può utilizzare in maniera indipendente su iOs, macOS e Windows, oppure sincronizzare il progetto tra piattaforme diverse esclusivamente via Dropbox). Le notizie sono buone: l’applicazione è in realtà già pronta e funziona perfettamente con Mojave (che è un miglioramento evolutivo di High Sierra e non una rivoluzione). Quello a cui Blount sta lavorando è l’inserimento della versione dark mode, cioè il supporto per il tema chiaro e scuro di Mojave. Arriverà nei prossimi giorni: com’è tradizione di Literature and Latte, “non c’è fretta”. (E chi ha atteso per anni la versione iOS di Scrivener ne è assolutamente consapevole).

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