Sembra ieri che Apple decise di allargare il tiro, creando una seconda app dopo Keynote, nata nel 2003 e arrivata oggi alla versione 8. Era l’11 gennaio 2005 e Cupertino aveva presentato Pages, l’app per la scrittura (poi sarebbe arrivato il foglio di calcolo Numbers nel 2007) che in realtà ha una missione leggermente diversa da una videoscrittura classica come ad esempio Word di Microsoft. Pages infatti ha da sempre mirato a fare da strumento di scrittura e impaginazione, portando un po’ più in là il traguardo del self publishing.
Pages negli anni è cresciuto, acquistando via via caratteristiche sempre più sofisticate e sviluppando una chiara attitudine per la realizzazione di materiali digitali ambiziosi, sino al grande reset dell’ottobre 2013, che ha messo le versioni per macOS, iOS e iCloud sullo stesso piano, decimandone le funzionalità e sostanzalmente azzerando la base utenti più evoluta, che aveva costruito un piccolo impero sopra l’alternativa per la scrittura all’interno del pacchetto iWork (con Keynote e Numbers) in vendita e poi rilasciato gratuitamente assieme ai nuovi Mac e iPad.
Dopo il grande reset Apple ha però mantenuto fede alle promesse e ha cominciato a rimettere pian piano le funzionalità che già c’erano, aggiungendone di nuove o comunque pensate in maniera diversa. Sino ad arrivare alla versione Pages 7.0 rilasciata durante il Keynote Apple dedicato alla scuola che si è tenuto a fine marzo a Chicago. La nuova versione, la settima, è disponibile per il download gratuito dal 27 marzo 2018 ed ha sostanzialmente due novità, più una serie di piccole altre cose.
La prima è comune alle versioni concorrenti di Numbers e Keynote, e cioè la possibilità di poter disegnare dentro le pagine di Pages utilizzando: su iOS il dito o la Apple Pencil; su macOS invece utilizzando tavolette grafiche, mouse o trackpad. Ma non c’è solo questo. Su Pages (e sulle altre due app) sbarca una galleria di silhouette di oggetti di uso comune che arricchiscono la parte in cui prima si potevano sostanzialmente solo tracciare forme geometriche (rettangoli, quadrati, cerchi, triangoli, frecce). Si possono fare anche grafici a ciambella e a torta con maggiore facilità per visualizzare i numeri (e quando si scrivono le frazioni nel testo si possono formattare direttamente mentre si scrive).
La seconda grande novità riguarda gli ebook: da tempo Pages esportava oltre che in PDF e Doc/Docx/Word anche in formato ePub, ma adesso si possono creare layout e template migliori, c’è la possibilità di vedere le pagine a coppie mentre si lavora, aggiungere gallerie di immagini e di foto all’interno di una pagina, creare una serie di pagine master per avere uno stile coerente e consistente attraverso tutto il documento.
Infine, si può collaborare in tempo reale alla realizzazione del documento Pages utilizzando Box, il sistema concorrente di Dropbox, più orientato all’ambiente lavorativo ma anche con una buona apertura e penetrazione nel mondo della scuola. Ovviamente la stessa cosa già da tempo si può fare con iCloud e questo è ancora più interessante visto che gli account per la scuola adesso superano finalmente la soglia dei 5 GB di spazio iCloud.
Apple adesso mira più decisamente al mercato della scuola e in questo senza dubbio eccelle: intuitivo, facile da usare, dotato di un buon numero di funzionalità ma semplici, senza le problematiche che il gigantesco e pesantissimo Word di Microsoft si porta dietro, senza le stranezze dei componenti di LibreOffice, che somigliano molto a una riproposizione di Word e del resto di Office.
La differenza sta nel fatto che Pages, di per sé incompatibile con il mondo Windows/Linux (non si possono leggere i formati nativi dei file creati dai software di Apple), è in realtà perfettamente integrato e ingranato nella (ri)nascente filosofia dei software Apple. Una filosofia che introduce nuova flessibilità e potenza, integrazione con interfacce diverse ma compatibilità trasversale assoluta.
Abbiamo provato a lungo il nuovo Pages, immaginandone l’uso per chi debba gestire un piccolo progetto dalla A alla Z: dalla raccolta dei materiali (testi e immagini) alla loro stesura, collaborazione per la finalizzazione, impaginazione, salvataggio in formati diversi (PDF, ePub). Abbiamo visto che per chi debba lavorarci a scuola con una tesina ma anche per chi voglia produrre materiale per una piccola comunità, dal volantino sino a un piccolo libro da distribuire con self publishing, ha a disposizione tutto quel che serve.
Abbiamo lavorato su Mac, dove ovviamente esistono molte altre alternative per la facilità di creare flussi di lavoro anche complessi ricorrendo ad applicativi diversi. E abbiamo lavorato su iOS, dove abbiamo visto la straordinaria flessibilità di questa app che adesso chiude il cerchio, consentendo non solo di collaborare a progetti più grandi creati su Mac, ma anche di creare, sviluppare e concludere progetti tutto su iPad in totale autonomia.
Pages è una app che sa dare molto e sorprende per la sua flessibiltà e semplicità. È curata fin nel più piccolo dettaglio e consente di avere un controllo encomiabile della tipografia, che dovrebbe essere la vera preoccupazione per chi vuole produrre PDF ed ePub di qualità. Se non fosse una app creata da Apple il nostro giudizio sarebbe più critico perché Apple è l’unica in grado di fare fronte alla maggiore problematicità di una app fatta come questa.
Infatti, mentre una qualsiasi app anche di terze parti e anche gratuita come Pages si scontrerebbe con il problema della diffusione, avere Pages automaticamente a bordo di tutti nuovi iPhone, iPad e Mac portatili e fissi che sia è il miglior antidoto alla sua irrilevanza. Basterà per renderla lo strumento principale di scrittura delle persone? Quasi sicuramente no, ma chi lo abbraccia, sia un privato o una scuola, sia un ufficio o un gruppo di lavoro, avrà comunque tra le mani qualcosa di unico, leggero, flessibile ed estremamente potente.
Qui di seguito i link per scariare Pages di Apple: la versione per iPhone e iPad da questa pagina di App Store, invece la versione per Mac da questa pagina di Mac App Store.