Il dialogo tra un giovane di oggi e la voce dall’aldilà di Steve Jobs torna in scena e lo fa per la prima volta a teatro: il teatro di Volterra ospiterà la prima di “Tutta colpa di Steve”. Lo spettacolo, un monologo comico satirico dedicato a Steve Jobs e alla generazione 2.0 dei giovani precari di oggi, dopo essere stato presentato a Pisa e ad Arezzo, fa il suo debutto sulla scena di un teatro il prossimo 16 aprile al Persio Flacco di Volterra, in occasione della kermesse di eventi organizzata dagli studenti del liceo Carducci di Volterra intitolata “Vai oltre”.
“Tutta colpa di Steve” è un monologo di Andrea Cappellini, giovane di Pomarance, autore per il Vernacoliere e Spinoza e giovane attore di Zelig Lab, scritto a quattro mani con Marco Vicari (autore di La7, Il Fatto quotidiano e Zelig Lab, Macity lo ha intervistato qui). Si tratta di un monologo comico e a tratti surreale tra un giovane che vive la desolazione dell’Italia di questi ultimi anni e che si confronta con chi invece ha vissuto la Silicon Valley degli anni Ottanta e le sue opportunità: si parla (e si canta) di tutto, di amore, lavoro, amicizia, sogni, progetti, delusioni.
Lo stile è quello comico e satirico coniugato nelle forme di monologo e di teatro canzone: uno spettacolo che pur facendo ridere, lascia un gusto un po’ amaro in bocca, che fa rivivere sul palco l’uomo che ha detto “Siate affamati e siate folli” attraverso il confronto con un giovane che ci crede in quel “Siate affamati e siate folli”, ma deve prima fare i conti con la precarietà del lavoro e dell’amore, con la mamma che fa il bucato, con le mance di papà che arrivano sempre anche se hai trent’anni.
I giovani del liceo Carducci hanno scelto lo spettacolo di Cappellini per la kermesse “Vai oltre”, una serie di appuntamenti organizzati “Per ritrovare la speranza – scrivono i ragazzi del Carducci di Volterra nella loro presentazione su Facebook – in un futuro migliore. Vorremmo che questi tre giorni cambiassero la visione del mondo che hanno gli studenti, mostrando loro che possono scegliere la strada meno battuta, perché solo così saranno diversi, spingendoli ad andare più in là dell’orizzonte grazie al loro cervello e alle loro capacità, dimostrando loro che c’è bisogno di cogliere le occasioni che si presentano loro davanti, senza avere paura di non raggiungere quello che è il loro sogno”. Viste le premesse, non potevano non parlare anche di Steve Jobs.
