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Trump silura James Comey, il capo dell’FBI che voleva la backdoor negli iPhone

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Donald Trump ha silurato James Comey, l’uomo che era a capo dell’FBI e noto agli utenti Apple per il braccio di ferro con l’azienda della Mela che voleva obbligare, come altre aziende del settore, a mettere nei telefoni una “backdoor” che consentisse all’ente investigativo di bypassare in qualsiasi momento le protezioni del dispositivo e delsistema operativo.

James Comey divenne un nome famigliare per gli utenti della Mela dopo la cosiddetta strage di San Bernardino (California), la sparatoria avvenuta nel 2015 in un centro sociale per disabili. Dopo la strage, si innescò un braccio di ferro tra Apple e FBI perché quest’ultima voleva sfruttare il caso per ottenere da Apple una backdoor per accedere all’iPhone dell’attentatore utilizzabile anche per altri casi. Dopo un lungo tira e molla, l’FBI riuscì a individuare autonomamente un modo per accedere al dispositivo, uno sblocco costosissimo che si rivelò, tra l’altro, inutile).

La questione portò a un dibattito sulla privacy e la sicurezza dei dati, con il CEO di Apple Tim Cook in prima persona fortemente contrario alla “backdoor” perché, a suo dire, la presenza nei dispositivi di meccanismi che bypassano le protezioni potrebbe essere sfruttata anche da terzi, in altre parole finire in mani sbagliate. “L’integrazione di un simile meccanismo” aveva spiegato all’epoca Cook avrebbe “implicazioni che esulano dal caso giudiziario in questione” indebolendo la privacy degli utenti e creando un pericoloso precedente che potrebbe fornire al governo degli Stati Uniti “l’equivalente di una chiave passepartout capace di aprire milioni di lucchetti, dai ristoranti, alle banche, ai negozi e alle case”. “Benché le intenzioni dell’FBI siano buone, sarebbe sbagliato obbligarci a integrare backdoor nei nostri prodotti”, scrive ancora Cook; “in ultima analisi temiamo che tale richiesta pregiudichi la propria libertà e la libertà che il nostro governo mira a tutelare”.

Nominato da Barack Obama nel 2013, avrebbe dovuto rimanere in carica fino al 2023. Sopravvissuto alle polemiche per la sua gestione del cosiddetto emailgate riguardante Hillary Clinton, a Comey è stato dato il benservito mentre la polizia federale americana sta conducendo un’inchiesta sulla presunta interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali dello scorso anno e su presunti legami tra lo staff di Trump e funzionari russi.

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