Governo e agenzie federali in USA non possono acquistare dispositivi di rete di Huawei e ZTE fin dallo scorso anno per ragioni di sicurezza nazionale: questo divieto potrebbe essere esteso anche a tutti gli operatori di telefonia, telecomunicazioni e in generale alle società USA.
L’ordine esecutivo è in considerazione da oltre un anno ma sembra che il Presidente USA Donald Trump potrebbe apporvi la sua firma entro questa settimana. In ogni caso le fonti riportate da Reuters indicano che la decisione potrebbe essere ulteriormente posticipata.
L’ordine esecutivo invoca l’International Emergency Economic Powers Act che attribuisce al Presidente USA il potere di regolare il commercio in risposta ad emergenze nazionali.
I timori partono dallo stretto legame tra Huawei, ZTE e altri costruttori cinesi con il governo della Cina, che potrebbe obbligare le società ad operazioni di spionaggio o attacchi informatici di altro tipo, proprio a partire dalle infrastrutture di rete, dispositivi e smartphone venduti in buona parte del mondo.
Per questa ragione gli USA hanno consigliato di evitare i dispositivi di rete di questi due marchi anche all’Italia e a tutti i paesi alleati più vicini. I due colossi cinesi hanno sempre negato le accuse, sostenendo che non esiste alcuna prova concreta di componenti e operazioni illegali. Huawei si è spinta oltre citando in giudizio in governo USA per un blocco considerato incostituzionale.
Come negli scorsi mesi anche per il nuovo ordine esecutivo atteso in arrivo ci sono in gioco importanti interessi commerciali e non solo. I grandi operatori USA hanno già escluso i dispositivi di rete Huawei e ZTE dalle proprie infrastrutture ma, per i loro prezzi vantaggiosi, continuano a essere impiegati dai piccoli operatori nelle aree rurali. Se l’ordine venisse firmato si troverebbero costretti a sostituire apparecchiature affrontando alti costi.
Nel quadro delle relazioni tra USA e Cina e della guerra commerciale in corso, ZTE e soprattutto Huawei sembra pagare il prezzo più alto della tensione crescente tra i due Paesi, con l’arresto della direttrice finanziaria, figlia del fondatore di Huawei, avvenuto a dicembre 2018 in Canada su ordine partito dagli USA.