Trump alletta Cook: se Apple tornerà a costruire in USA ci saranno grandi sgravi fiscali. È il neopresidente americano a rivelare di avere lanciato la promessa al CEO Apple, nel corso di un’intervista al New York Times di cui abbiamo già parlato.
Trump avrebbe riferito a Cook che per lui sarebbe “una vera conquista” convincere Apple a riportare la produzione negli Stati Uniti, anziché continuare a importare dispositivi e prodotti da nazioni quali Cina e Vietnam, realizzati da partner addetti alla fabbricazione. «Ho ricevuto una chiamata da Tim Cook di Apple e ho detto – dice Trump -: Tim, per me sarebbe una grande conquista riuscire a convincere Apple a costruire un grande impianto negli Stati Uniti, o tanti grandi impianti negli Stati Uniti, anziché andare in Cina, in Vietnam o in tutti gli altri posti dove ora vai per produrre i tuoi prodotti”.
[…] Ho detto: “Credo che creeremo degli incentivi e credo che vorrai farlo. Attiveremo grandi sgravi fiscali per le aziende, dei quali sarete lieti. Ma per grandi tagli alle tasse, dobbiamo sbarazzarci delle norme, leggi che li rendono impossibili. Indipendentemente che tu sia liberale o conservatore, vorrei sedermi e mostrarti norme che tutti sono d’accordo nel definire ridicole”. “È il momento della tana libera per tutti e le aziende non possono farlo, non riescono a partire, non riescono a espandersi, stanno soffocando”.
Apple avrebbe recentemente chiesto a Foxconn, la grande produttrice di componenti elettrici ed elettronici, di valutare la fattibilità tecnica ed economica di spostare la produzione degli iPhone negli USA. Terry Gou, il presidente di Foxconn, non è entusiasta dell’idea poiché questo, inevitabilmente, innalzerebbe i costi di produzione rispetto a quelli che è possibile ottenere in Cina.
Nel corso della campagna elettorale, mentre si trovava alla Liberty University in Virginia, Trump aveva detto che avrebbe costretto Apple “a riportare negli USA la costruzione dei loro dannati computer e di tutto l’altra roba che costruiscono”. Trump aveva parlato anche di tassare l’export di Pechino fino al 45% per riportare in America “i posti di lavoro che ci hanno rubato”.
Parlando della questione produzione iPhone in USA, l’amministratore delegato di Apple a dicembre dello scorso anno aveva spiegato che la produzione in Cina avviene non tanto per una questione di costi della manodopera ma per il livello di abilità e competenze delle aziende. “Gli americani” aveva detto Cook, “hanno perso quel tipo di abilità vocazionali; voglio dire, se mettessi insieme tutti gli attrezzisti e gli stampisti degli Stati Uniti riempiresti la stanza in cui sediamo ora, mentre in Cina ti occorrerebbero più campi da calcio”.
Apple al momento produce negli USA solo i Mac Pro, realizzati in uno stabilimento gestito da Flextronics. Il computer cilindrico è completamente assemblato ad Austin (Texas), dove vengono anche lavorati alcuni suoi componenti ad alta precisione in collaborazione con alcune aziende leader del settore di altri Stati (Florida, Illinois e Kentucky). Si tratta ad ogni modo di una produzione in volumi molti limitati, niente a che vedere con i numeri di dispositivi quali iPhone e iPad.