Il Presidente Donald Trump ha commentato l’annunciata partnership di Apple e Google che hanno rivelato di stare lavorando insieme con l’obiettivo di rendere possibile l’utilizzo della tecnologia Bluetooth per aiutare governi e autorità sanitarie a contenere i contagi del nuovo coronavirus, nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti.
Trump ha detto che il sistema di contact tracing ideato dalle due aziende è “meraviglioso” ma anche che solleva “problemi costituzionali”. L’idea delle due aziende, lo ricordiamo, è sfruttare la prossimità delle comunicazioni Bluetooth per determinare se e quando due persone sono state vicine e permettere all’altro di ricevere un avviso se una di queste contrae il virus; un generico messaggio avvisa l’utente se questo è stato a contatto negli ultimi 14 giorni con una persona che ha contratto una infezione, senza indicare nomi e cognomi ma semplicemente tenendo conto dei dati comunicati in modo anonimo ad un sistema per il tracciamento dei contatti (qui i dettagli del funzionamento).
“Beh, è una cosa incredibile ma molte persone sollevano grandi problematiche costituzionali con questo sistema, lo sapete”, ha detto Trump. “Potrebbe essere qualcosa di incredibile e, come sapete, effettivamente altri nazioni stanno pensando di usare qualcosa di simile ma non così valido”.
Alla richiesta di indicare se preferirebbe che gli americani usassero altri meccanismi di tracciamento, come quelli messi a disposizione in altre nazioni, Trump ha sviato la domanda ribadendo, ma senza entrare nei dettagli, che vi sono non meglio precisati problemi di tipo costituzionale. “Abbiamo più un problema costituzionale che di tipo meccanico ma intendiamo prendere una decisione al riguardo”. “È qualcosa che discuteremo con tante persone nelle prossime quattro settimane. Potrebbe essere un modo molto preciso di farlo (il tracking dei contatti, ndr) ma molte persone sono preoccupate per questo”.
Trump non lo dice espressamente ma sembra fare riferimento alla modalità di tracciamento ideata da Apple e Google. Le due aziende hanno promesso che tutto può essere fatto nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti, garantendo sempre la massima protezione, che la partecipazione è su base volontaria e l’interazione avverrebbe con un più ampio ecosistema di app e autorità sanitarie governative. “Privacy, trasparenza e consenso sono fattori fondamentali in questa iniziativa, e intendiamo sviluppare questa funzionalità consultandoci con le parti interessate”, hanno riferito Apple e Google. “Pubblicheremo informazioni sul nostro lavoro in modo che tutti possano analizzarle apertamente”.
A marzo di quest’anno alcuni operatori di telefonia europei hanno accettato di condividere dati sulla localizzazione degli utenti con la Commissiona europea, elemento che in molti casi ha permesso di ricostruire i movimenti e i contatti di ogni singolo contagiato nelle due settimane precedenti, una iniziativa attuata già a Singapore, dove un’app per tracciare i contatti si è dimostrata valida per frenare i contagi. Vari sostenitori della privacy hanno sollevato dubbi su questi sistemi, ma questo tabù è caduto persino in Germania, dove la completa difesa della privacy è uno dei pilastri dell’ordine costituzionale che fin qui aveva sempre imposto limiti quasi insuperabili alla sorveglianza dello Stato.
Per rendere possibile l’uso di un sistema di tracking di questo tipo è fondamentale che i dati siano aggregati e non riconducibili a singole persone, sfruttando tecniche di crittografia e pseudo-anonimizzazione che impediscano la re-identificazione dei soggetti cui i dati si riferiscono.
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