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Trump, il blocco di WeChat potrebbe danneggiare le vendite di iPhone in Cina

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Le vendite di iPhone in Cina potrebbero vedere giorni bui. A causa di Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha recentemente vietato alle società americane di fare affari con l’app di messaggistica cinese WeChat, il che danneggierebbe appunto Apple che si troverebbe costretta a rimuovere da App Store la suddetta applicazione.

Ciò significa che se su un iPhone non è possibile installarla, il dispositivo di conseguenza diventa poco interessante, per non dire quasi da buttare. Perché per la vita digitale cinese, WeChat è tra le app “fondamentali”: oltre un miliardo di persone la usa per fare acquisti online e pagamenti digitali nei negozi fisici, ci scambiano le email, ci navigano sul web. Qui ci passano anche praticamente tutte le forme di comunicazione, aziendali e personali, del popolo cinese. Molti di loro infatti non usano numeri di telefono ma si affidano direttamente all’app per fare praticamente tutto.

A questo punto è ormai chiaro: chi acquisterebbe un iPhone sul quale non è possibile usare una delle app più usate in Cina e in diverse altre zone dell’Asia? La risposta è nel sondaggio pubblicato nel paese attraverso il quale alcuni investitori hanno chiesto agli utenti se avrebbero rinunciato ad iPhone qualora Apple fosse stata costretta a rimuovere l’app da App Store. I risultati dicono che ogni utente che dice “no, mi tengo comunque l’iPhone” altri 20 sono pronti a cambiare terminale e piattaforma pur di non dover rinunciare a WeChat.

Sebbene infatti il Play Store di Google in Cina è vietato, ci sono metodi alternativi per installare applicazioni di terze parti su Android. Questo divieto potrebbe per altro spingere la Cina a reagire, danneggiando ulteriormente Apple. Gran parte della produzione della società si trova nel paese e se si dovessero prendere di mira le esportazioni, l’intero business potrebbe subire un impatto negativo a livello mondiale. Basterebbe limitare la fornitura dei materiali come le terre rare, materiali preziosi estratti dal sottosuolo cinese, che sono gli ingredienti chiave nella produzione degli iPhone.

Trump, il blocco di WeChat potrebbe danneggiare le vendite di iPhone in Cina

Se ciò non dovesse essere sufficiente per far comprendere la portata del danno, basti pensare che soltanto la Cina rappresenta circa il 20% delle vendite di iPhone. Mettiamoci pure che le azioni Apple ieri sono scese del 2,5% chiudendo a 444,45 dollari a New York…

Il divieto imposto da Trump dovrebbe entrare in vigore tra 45 giorni, ma da qui a quel momento può accadere di tutto. Il presidente degli Stati Uniti è famoso per ritrattare le proprie idee, magari introducendo eccezioni ai suoi proclami. Tra le ipotesi più assurde e improbabili c’è anche il fatto che Apple potrebbe anche decidere aprire il suo sistema operativo per consentire agli utenti di scaricare le applicazioni senza passare per l’App Store, ma significherebbe cambiare completamente mentalità e stile, nonché rinunciare alla sicurezza, alle prestazioni e alle commissioni del 30% che prende da molte delle app distribuite tramite il suo store.

Se Trump invece andrà fino in fondo, per Apple non ci sono soluzioni alternative. Il popolo volgerà il suo sguardo altrove e se vuole restare nella fascia alta del mercato, a guadagnarci più di tutti gli altri sarebbe Huawei, avvantaggiando così una società che Trump stesso da anni cerca di schiacciare.

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