Anche se la guerra delle tariffe e dei dazi doganali tra USA e Cina dovesse inasprirsi ulteriormente, l’amministrazione Trump non applicherà dazi sugli iPhone assemblati in Cina e importanti negli USA.
Non è chiaro se la promessa fatta a Tim Cook arrivi dirittamente da Donald Trump in persona oppure da un membro del suo gabinetto, ma il risultato non cambia.
Grazie al ruolo di diplomatico e paciere tra USA e Cina svolto da Tim Cook negli ultimi mesi, sembra che Apple possa godere di una posizione di calma relativa nella guerra di import export tra le due principali economie del globo.
Degli incontri di Cook in Cina a marzo e poi con il Presidente Trump il 25 aprile, oltre che con diversi altri esponenti dei due governi, sapevamo già dalle cronache degli spostamenti del CEO. Ora però il New York Times spiega che negli ultimi mesi Tim Cook ha svolto un importante ruolo di diplomatico, nel tentativo di mantenere la calma tra le due parti per salvaguardare il business di Apple.
Cupertino infatti teme che la Cina possa rispondere ai dazi imposti da Trump con nuove tariffe o limitazioni per la commercializzazione degli iPhone all’interno del Paese oppure per l’esportazione degli iPhone assemblati che vengono venduti in tutto il mondo.
La posizione di Cook è anche quella degli altri colossi IT di cui il Ceo di Apple in questi mesi sembra aver svolto il ruolo di principale rappresentante e diplomatico tra USA e Cina: libero scambio e libero commercio con una interferenza minima delle autorità. In questa ottica dazi e tariffe risultano dannosi per entrambe le parti.