Nel corso di un’intervista del New York Times, il neo-eletto presidente USA Donald Trump ha detto che sia il CEO di Apple Tim Cook, sia il fondatore e presidente onorario di Microsoft Bill Gates l’hanno chiamato dopo le elezioni per congratularsi.
Il CEO di Apple ha appoggiato Hillary Clinton e ad agosto di quest’anno aveva organizzato una raccolta fondi per conto della candidata democratica (si dice che la Clinton lo avrebbe voluto come vice-presidente). Trump più volte nel corso della sua campagna elettorale ha fatto riferimento ad Apple, minacciando di volere applicare dazi sui dispositivi prodotti in Cina.
Dopo le elezioni, Cook aveva inviato un memo ai dipendenti preoccupati dall’incertezza politica e, soprattutto, aziendale che deriva dall’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump. Nella mail il CEO di Apple aveva invitato i dipendenti ad andare avanti: “La nostra azienda è aperta a tutti, celebriamo la diversità del nostro team negli Stati Uniti e in tutto il mondo, indipendentemente da come loro sembrano, da dove le persone arrivino, da chi venerano o chi amano”, una sorta di rimbrotto alle politiche anti-immigrazione e anti-Islam della piattaforma Trump.
Anche Bill Gates a ottobre di quest’anno aveva elogiato i migranti, “risorse da integrare nella società”. Il fondatore e presidente onorario di Microsoft aveva sottolineato l’importanza di politiche giuste, come ad esempio quelle relative all’accesso all’istruzione. Parlando nello specifico del programma di Trump che prevede il rafforzamento delle barriere tra Messico e USA, Gates aveva detto: “Non credo che un Paese possa isolarsi totalmente. La sua idea di chiudere gli Stati Uniti mi inquieta”. Parlando in generale della crisi mondiale e delle minacce terroristiche aveva evidenziato che l’istruzione è l’unica arma di distruzione di massa da usare. “Bisogna anche migliorare le condizioni di vita perché è lì che ha inizio tutto”.