Negli scorsi giorni sono emerse anticipazioni su una possibile visita congiunta del Presidente USA Donald Trump e Tim Cook nella fabbrica dei Mac Pro di ultima generazione: i report però rimanevano vaghi sulla possibilità di questo evento e non fornivano una data precisa. Nelle scorse ore invece le indiscrezioni sono state confermate direttamente da un portavoce della Casa Bianca: la visita di Trump alla fabbrica dei Mac Pro si svolgerà mercoledì 20 novembre.
Ma con l’ufficialità dell’evento per il monento non arrivano ulteriori indicazioni, infatti non è chiaro se saranno presenti Tim Cook o altri dirigenti Apple. Considerando l’alto profilo dell’appuntamento è prevedibile la presenza dell’amministratore delegato di Cupertino.
Nonostante un inizio complesso e posizioni molto diverse, Tim Cook è riuscito a dialogare con Trump costruendo nel tempo una collaborazione positiva: in più occasioni il Presidente USA ha espresso apprezzamenti nei confronti di Cook. Ma sul tavolo rimangono questioni fondamentali, come la prossima introduzione dei dazi sulle importazioni dalla Cina che andranno a colpire iPhone, alcune parti dei nuovi Mac Pro 2019, i portatili Apple e altro ancora.
Le tariffe statunitensi sulle importazioni dalla Cina, che dovrebbero entrare in vigore il 15 dicembre e potrebbe far lievitare i costi di vendita di smartphone, laptop, monitor e altri pilastri della gamma di prodotti Apple. Un tour come quello di Trump potrebbe aiutare Apple a convincere il presidente a offrire esenzioni o altrimenti a modificare le tariffe per contenere i costi di produzione. Tim Cook non è stato timido nel corteggiare Trump anche se si trova in disaccordo sulle politiche chiave, tanto da aver avvertito (o meglio ammonito) il Presidente di come la lotta delle tariffe potrebbe danneggiare la capacità di Apple di competere con Samsung e altri rivali che non saranno interessati dagli aumenti dei dazi.
Se Trump rimarrà o meno impressionato è una questione da verificare, spiega il rapporto. Mentre la fabbrica dei Mac Pro di Austin non rappresenta l’intera gamma di produzione Apple negli USA, è una struttura altamente automatizzata. Apple, ricordiamo, può permettersi di assemblare il Mac Pro negli Stati Uniti in parte perché è un prodotto a basso volume che non richiede un numero enorme di lavoratori per essere costruito, come ad esempio avviene per iPhone. Le recenti esenzioni tariffarie lo hanno reso ancor più semplice da produrre in loco. Occorre anche tenere in considerazione che probabilmente non è l’impianto più importante per far colpo sul presidente: è vero che si tratta di una fabbrica che può creare nuovi posti di lavoro, ma non nella misura per poter contribuire in modo determinante all’economia americana.
Cook è stato spesso critico nei confronti di Trump, ad esempio per il decreto anti-immigrazione e per i dazi di importazione imposti alla Cina ma ha anche espresso apprezzamenti verso il presidente per la riforma fiscale. Tutte le notizie che riguardano Donald Trump e le posizioni della sua amministrazione che toccano da vicino il mondo dell’hi-tech si possono trovare in questa sezione di Macitynet.