I trucioli usati come materiale di riempimento e protezione per gli imballaggi, quelli che alcuni chiamano anche “chips” (patatine), potrebbero in futuro essere sfruttati per creare smartphone più efficienti. Ricercatori della Purdue University (Indiana), hanno trovato un modo ingegnoso di sfruttare le protezioni in polistirene, tipicamente destinate alla discarica dopo l’arrivo a destinazione di un prodotto da proteggere durante una spedizione.
Mettendo i chips in un forno a 900 gradi Celsius, polistirene e prodotti derivati si sbriciolano permettendo di ricavare sottili microstrati vulcanizzati di carbonio, utilizzabili al posto dell’anodo in grafite usato nelle moderne batterie a ioni di litio. La conseguenza è la possibilità di ottenere accumulatori in grado di immagazzinare non solo più energia, ma ricaricabili anche più velocemente rispetto alle tradizionali batterie con celle elettrolitiche. Il metodo è a detta dei ricercatori anche rispettoso dell’ambiente; il professor Vilas Pol, che ha lavorato al progetto alla Purdue, spiega che il materiale per imballaggi richiede fino a 100 anni per essere smaltito e solo il 10% di quello prodotto è al momento riciclato. Il riciclo di questo prodotto è tipicamente costoso e la maggiorparte delle volte giace abbandonato nelle discariche. Trasformare il materiale in questione in elettrodi di carbonio è a suo dire molto semplice, poco costoso, molto più ecocompatibile rispetto ad altri sistemi e facilmente sfruttabile da grandi aziende manifatturiere. In cinque anni fino al 50% del materiale da imballaggio potrebbe essere riadattato e sfruttato per le batterie di smartphone, tablet e altri gadget.
L’idea di sfruttare il materiale in questione pare sia venuta al team preparando un nuovo laboratorio e osservando la grande quantità di materiale di protezione contenuta negli imballaggi delle attrezzatture da installare. Il sistema è ancora in fase di perfezionamento e sarà presentato all’American Chemical Society National Meeting and Exposition che si svolgerà a Denver questa settimana.