Un minuscolo elemento di pellicola potrebbe rappresentare la chiave di volta per la memorizzazione di dati in modo più veloce, con maggiori capacità e consumi inferiori rispetto alle attuali memorie allo stato solido.
Scienziati del Department of Electrical and Computer Engineering dell’Università nazionale di Singapore – spiega Cnet-hanno combinato cobalto e palladio creando una pellicola in grado di ospitare stabilmente particelle note come skyrmioni magnetici, promettente oggetto topologico della scienza della spintronica, che studia tecniche in grado di immagazzinare informazioni negli stati di spin di atomi e molecole, che è possibile immaginare come la direzione dell’asse attorno a cui ruotano.
Gli skyrmioni come materiale magnetico sono stati scoperti nel 2009 e normalmente stabilizzati con un campo magnetico. Il nuovo materiale consente la creazione di “skyrmioni magnetici stabili a temperatura ambiente senza bisogno di meccanismi che influiscono sul campo magnetico”. I tradizionali dischi fissi sfruttano una tecnica che divide la superficie di un supporto magnetico in piccole regioni (“domini”), in cui gli spin degli atomi puntano tutti nella stessa direzione e nello stesso verso. Arrivati al limite fisico della miniaturizzazione, gli skyrmioni magnetici consentirebbero di sfruttare configurazioni di spin che si avvolgono in una struttura a vortice, e di sfruttare dimensioni decisamente inferiori rispetto a quelle dei domini odierni (il fattore di densità potrebbe crescere da 10 a 100 volte).
Gli skyrmioni possono essere spostati molto rapidamente su strutture nanoscopiche, non richiedono parti in movimento e permetterebbero dunque di creare dispositivi più robusti e affidabili. Come sempre questo tipo di ricerche richiederanno anni di prove e controprove prima di vedere gli usi pratici in prodotti commerciali.