Trimestrale nera per IBM che annuncia utili in picchiata, passati da 4,04 miliardi di dollari del periodo tra giugno e settembre del 2013 a soli 18 milioni di dollari per lo stesso periodo di quest’anno. Anche il fatturato è in flessione, anche se meno marcata (da 23,3 a 22,4 miliardi) con una prestazione comunque peggiore rispetto a quanto si attendevano gli analisti. «Siamo delusi dalla performance. C’è stato un rallentamento del mercato in settembre e un cambiamento del comportamento degli acquirenti», ha detto la Ceo Ginni Rometty, secondo quanto riporta Reuters.
A pesare sui numeri la scarsa redditvità di diversi settori, tra i quali quello dei chip. E proprio la cessione di questa divisione, ormai da tempo in forte perdita, ha rappresentato un’altra forte zavorra per la trimestrale. Come anticipato da diverse indiscrezioni IBM la cederà a Globalfoundries, che per subentrare nel settore semiconduttori di Big Blue riceverà in liquidità 1,5 miliardi di dollari per i prossimi tre anni. L’operazione si ripercuoterà anche sul quarto trimestre con un onere prima delle tasse di 4,7 miliardi.
Globalfoundries è il terzo produttore al mondo, nato nel 2009 dalla cessione delle attività produttive di AMD ed è di proprietà di Mubadala Development, un fondo di investimenti di Abu Dhabi. Parte dell’accordo anche che la fonderia con sede a Sunnyvale diventi il fornitore esclusivo per i prossimi 10 anni, e, secondo quanto dice l’azienda non verranno chiusi gli stabilimenti di Essex Junction, in Vermont e quello di East Fishkill (stato di New York), dove IBM produceva i chip PowerPC e da dove sono stati sfornati gli esemplari più evoluti della serie, i G5.
L’operazione rientra in un quadro di riassetto e ripensamento di IBM, che lentamente sta abbandonando qualsiasi settore hardware, con un percorso iniziato anni fa con la cessione a Lenovo del settore laptop e, sempre all’azienda cinese, del settore server x86 ad inizio anno.