Dopo Alphabet (Google), Microsoft e Apple, anche Twitter delude all’appuntamento con il bilancio. Nei primi tre mesi dell’anno il social ha registrato quasi 595 milioni di dollari di ricavi, in aumento del 36% rispetto ai 435,9 milioni dello stesso periodo dello scorso anno prima (quando il balzo fu del 74%). Il dato si colloca alla base di quanto previsto dalla guidance del gruppo (595-610 milioni) ma al di sotto di quanto si aspettavano gli analisti: in media 607,8 milioni di dollari.
Il fatturato di Twitter arriva per lo più da pubblicità (531 milioni, +37% annuo), di cui l’88% arriva grazie ai dispositivi mobili. I ricavi negli USA sono pari a 390 milioni (+35%), internazionali sono pari a 204 milioni (+39%).
Le perdite del secondo trimestre dell’anno fiscale 2016, conclusosi il 31 marzo 2016, sono state pari a 80 milioni di dollari, o 12 centesimi per azione, rispetto al rosso di 162,4 milioni milioni, o 25 centesimi per azione, dello stesso trimestre dello scorso anno. I profitti (al netto di voci straordinarie) sono passati a 15 centesimi (oltre i 10 previsti dal mercato).
Gli utenti che almeno una volta al mese hanno usato il social sono 310 milioni (+3% rispetto al 2015) e in crescita rispetto al trimestre precedente. L’88% di questi si collega da dispositivi mobili. I numeri sono ad ogni modo ancora inferiori rispetto a Instagram (a settembre dello scorso anno ne contava 400 milioni), per non parlare di Facebook (a fine 2015 ne vantava 1.6 miliardi). La seduta di ieri è crescita del 3,86%, con il titolo valutato 17,75 dollari. Nell’after market ha ceduto il 12% a 15,6 dollari.