Trent’anni fa, per la precisione l’11 agosto del 1987, Bill Atkinson annunciava uno dei più importati software per Macintosh e, probabilmente, di sempre: HyperCard. Per i più giovani che non lo conoscono, HyperCard è una piattaforma multimediale facilmente programabile, che consente di realizzare “stack”, cioè documenti interattivi con capacità di fare calcolo, riprodurre suoni, musica e grafica animata.
Nei dieci anni successivi al suo lancio HyperCard è diventato uno dei software più importanti per il Macintosh, ha definito un paradigma di interazione uomo-macchina e solo la potenza del web, inteso come sistema per l’organizzazione della conoscenza in forma di rete decentrata, ha portato a una sua rapida perdita di centralità e poi scomparsa. Ma HyperCard è stata davvero una killer application per Apple, ed ha contribuito in maniera determinante alla fama del Macintosh come strumento per la multimedialità e la creatività personale (e non solo) che ancora oggi fa parte del DNA della casa di Cupertino.
Oggi dunque, in occasione dei trent’anni di vita di HyperCard, la fondazione di Archive.org ne porta in vita una versione basata sull’emulaltore online del Macintosh che è facilmente accessibile in rete. L’emulatore online del Mac serve per avere a disposizione “la cosa vera” e non una versione in Java o altro: quello che gira nell’emulatore online è una vera e propria architettura Macintosh 68k virtuale, all’interno della quale si ritrova installato HyperCard e i vari stack. Archive ne ha costruita una vasta colleazione accessibile da tutti, ed è possibile rifarsi gli occhi, soprattutto con la modalità a tutto schermo che trasforma un moderno MacBook o iMac in un “vecchio Mac classico”.
Qui avevamo già parlato dell’emulazione dei Mac degli anni Ottanta, mentre da qui è possibile accedere alla collezione (sempre in crescita) degli stack di HyperCard conservata da Archive. E in più, se conservate nei vostri hard disk (ma forse oggi bisognerebbe dire SSD) qualche stack da voi prodotto in formato .sit, .bin, .hqx, potete contribuire caricandolo facilmente su Archive. Infine, qui l’introduzione al progetto a cura dello staff di Archive.