E’ bastato un attacco informatico, come quello che ha paralizzato i sistemi di Trenitalia, per far lanciare l’allarme di una guerra cibernetica che dalla Russia colpisce l’Italia. Anche perché il blocco pare essere di matrice russa. Non solo infatti le modalità di attacco sono quelle del classico ransomware (con cui si mettono sotto chiave dati, server e terminali fino al pagamento di un riscatto), ma è arrivato subito dopo il discorso con cui il premier ucraino Zelensky ha poi ottenuto protezione e sostegno dal Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.
Le informazioni ufficiali non lasciano trapelare nulla, ma secondo quanto rilevano diversi esperti di sicurezza informatica dietro l’attacco informatico ci sarebbe il gruppo russo Hive, esperto nella violazione di asset industriali, database informatici, reti di trasporto dati, aiutato da alcuni hacker bulgari. In base a quanto fatto in passato da questo gruppo, rileva Italian.Tech, si ritiene che siano semplicemente spinti dal denaro: non ci sarebbero insomma schieramenti ideologici e così sfumerebbe l’ipotesi di una cyberguerra all’Italia, come invece decantato dal mainstream.
Per riottenere le chiavi del sistema Trenitailia – dicono – dovrà sborsare 5 milioni di dollari di riscatto entro tre giorni, pena il raddoppio della somma da versare in Bitcoin. Nel frattempo il Centro nazionale Anticrimine informatico della Polizia sta indagando e l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale pare sia intervenuta per limitare i danni.
La Procura di Roma ha aperto il caso, anche perché si teme che gli hacker possano essere entrati in possesso dei dati personali dei viaggiatori, e in tal caso bisognerà notificare al garante della Privacy l’accaduto «con il rischio di una multa salata, oltre alle beffe e alla richiesta dei giornalisti di comunicare una crisi di questo tipo in maniera più precisa, tempestiva ed efficace».
In un periodo delicato come questo non si deve assolutamente «lasciare spazio a pericolose illazioni», perché il rischio che tutto possa degenerare rapidamente è più concreto che mai. Per tutte le notizie di tecnologia che ruotano attorno alla tematica della guerra tra Russia e Ucraina, e per vedere quali sanzioni hanno applicato le big tech, come Apple, il link da seguire è direttamente questo.