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Apple Pay è anticoncorrenziale: tre banche australiane si appellano all’antitrust

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In Australia è stato richiesto l’intervento antitrust contro Apple Pay. Tre importanti banche australiane hanno presentato una domanda congiunta alla commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (Australian Competition and Consumer Commission). L’obiettivo è quello di obbligare Apple a rinegoziare i termini delle soluzioni di pagamento offerti a terze parti per proporre loro soluzioni su iPhone.

Un portavoce che rappresenta i tre maggiori istituti, National Australia Bank (NAB), Commonwealth Bank of Australia e Westpac Banking Corp, ha spiegato a Reuters che a loro modo di vedere le restrizioni di Apple relativamente a soluzioni di mobile wallet di terze parti, equivalgono a comportamenti anticompetitivi.

Con la richiesta all’ACCC, le banche chiedono l’autorizzazione per negoziare collettivamente i termini che riguardano l’installazione di soluzioni diverse da Apple Pay in grado di comunicare con l’app Wallet integrata di serie nel sistema operativo. Quello che in pratica chiedono gli istituti, spiega The Sydney Morning Herald, è l’accesso alla tecnologia NFC degli iPhone.

Apple Pay è anticoncorrenziale: ricorso antitrust in australia
“Si tratta di fornire agli australiani la reale possibilità di scelta e migliori opportunità” ha spiegato Lance Blockley, consigliere anziano di Novantas parlando in nome delle banche. “In caso di successo, dalle possibili applicazioni deriveranno enormi benefici per l’intero sistema di pagamenti mobile australiano, incluse le tariffe dei trasporti pubblici, le linee aeree, sistemi di emissione dei biglietti, i programmi di fidelizzazione e sconti dei grandi magazzini e molte altre applicazioni ancora da sviluppare”.

Il reclamo arriva otto mesi dopo il lancio di Apple Pay in Australia, servizio presentato in partnership con American Express. All’epoca nessuna delle quattro banche australiane aveva offerto supporto al servizio evidenziando la resistenza, trincerati nel volere appoggiare il settore finanziario locale.

Ad aprile di quest’anno, ANZ (terza maggiore banca australiana per capitalizzazione di Borsa) ha rotto le righe e offerto il supporto al servizio di pagamento mobile di Apple. Due settimane dopo è stato notato un picco del 20% nell’uso di applicazioni per la gestione di carte di credito e conti di deposito. Dopo questa notizia, NAB, Commonwealth e Westpac (le tre banche che hanno presentato la citazione) avevano anniciato di avere riavviato le trattative con Apple.

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