I principali arsenali nucleari esistenti al mondo sono gestiti con tecnologia informatica che risale ad alcuni decenni fa. In pratica le armi più potenti e distruttive costruite dall’uomo sono controllate da varianti di Windows XP e computer su cui ancora funzionano in alcuni casi floppy disk, inclusi i modelli più grandi da 8 pollici, sconosciuti anche per gli utenti che da giovani hanno assistito alla nascita dell’informatica.
La preoccupazione principale emersa negli Stati Uniti ma anche in Regno Unito è che i sistemi di controllo possano essere attaccati da pirati informatici, considerando che qualsiasi tipo di supporto e aggiornamento di sicurezza è stato ufficialmente interrotto da Microsoft nel 2014.
Sia il Ministro della Difesa UK che un portavoce delle forze armate USA si sono affrettati a dichiarare che i sistemi installati continuano a essere “Sicuri e protetti”, come riporta Quartz, respingendo le critiche e soprattutto le preoccupazioni per possibili rischi di infiltrazione e attacco informatico.
Considerando che gran parte dell’arsenale nucleare di USA e Regno Unito è stato costruito negli anni ’60 e ’70 non sorprende che i sistemi ancora in funzione risalgano a un passato ormai lontano dal punto di vista informatico. Un istituto indipendente ha stimato che il rinnovo completo costerebbe agli Stati Uniti circa 352 miliardi di dollari: considerata la somma in questione l’opzione più a buon mercato è l’aggiornamento e la manutenzione. La Marina USA sembra versi 9 milioni di dollari all’anno a Microsoft per mantenere in funzione e aggiornato Windows XP. In questa ottica anche il termine del supporto ufficiale rappresenta un business.